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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 15:32.

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Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, ha detto oggi che la distruzione dei mausolei da parte degli islamisti che controllano la città di Timbuctu, nel Mali settentrionale, è un «crimine di guerra» che può essere perseguito dal Cpi.

Gli islamici di Ansar Dine, legati ad al-Qaeda nel Maghreb, che controllano il Nord del Mali, ieri hanno distrutto almeno tre dei 16 mausolei di Timbuctù, secondo diverse testimonianze, e minacciano l'inestimabile patrimonio artistico-culturale della città. Venerdì, accogliendo la richiesta del Governo, l'Unesco aveva iscritto la città nella lista dei Patrimoni dell'umanità in pericolo. Secondo un testimone, le distruzioni dei mausolei sarebbero una risposta proprio alla decisione dell'Unesco: «Hanno detto che, visto che l'Unesco vuole mischiarsi nei loro affari, hanno intenzione di mostrare di cosa sono capaci».

Conosciuta anche come la città dell'oro, dei 333 Santi o la "perla del deserto", Timbuctù è situata a Nord del fiume Niger, a circa mille chilometri dalla capitale del Mali, Bamako. Fu fondata tra il quinto e l'undicesimo secolo dai tuareg e per secoli fu il luogo di incontro dei nomadi del deserto: non solo tuareg, ma anche berberi, arabi e africani. Il commercio di oro, sale, avorio e libri la trasformò nel giro di tre secoli in una delle città più ricche e colte dell'Africa occidentale, luogo di attrazione di intellettuali, architetti, scribi e giuristi, tanto da divenire rapidamente un importantissimo centro di irradiazione della cultura islamica.
Ora però l'aria è cambiata, in città e in tutto il Paese: approfittando di un colpo di Stato militare nella capitale in marzo, il gruppo jihadista, appoggiato dai tuareg, si è impadronito del Nord e di Timbuctù, guadagando presto la supremazia sui tuareg, male armati. Ansar Dine punta a instaurare uno Stato islamico fondato sulla sharia in tutto il Paese e giudica non islamici i santuari e mausolei di Timbuctù, espressione del ramo Sufi della religione.

L'Unesco ha definito una notizia «tragica» la distruzione dei santuari di Timbuctù da parte dei fondamentalisti e ha invocato uno stop alle violenze. «Questa è una notizia tragica per noi tutti», ha dichiarato la presidente del comitato esecutivo dell'Unesco, Alissandra Cummins, in un comunicato. «Chiedo a tutti quelli impegnati nel conflitto di esercitare la loro responsabilità» ha aggiunto. Dura condanna anche da parte della Francia, con il ministero degli Esteri che ha parlato di «atto intollerabile».
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