Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 08:13.

My24

«Io mi siedo a discutere con il Pd, se c'è anche Antonio Di Pietro. Non ci sto alla mutilazione di un pezzo del centrosinistra. Non si capisce perché Di Pietro andrebbe espulso. Forse è un trofeo da portare all'altare dell'alleanza con l'Udc? Io non faccio politica in questo modo». Firmato Nichi Vendola.

Con queste parole il governatore della Puglia è entrato ieri a gamba tesa sull'ipotesi di un asse tra Udc e Pd «per governare l'Italia» lanciata da Pier Ferdinando Casini nei giorni scorsi e accolta con favore («è un passo importante») da Pier Luigi Bersani, leader del Pd. Vendola, evidentemente, teme che l'intesa Bersani-Casini lo possa relegare in un ruolo marginale nell'alleanza di centrosinistra e ha annunciato la contromossa in una conferenza stampa ieri a Montecitorio, proprio insieme con Antonio Di Pietro. Il leader dell'Italia dei valori ha spiegato: «Non poniamo ultimatum, ma chiediamo al Pd di chiarire la propria posizione. Basta voti di fiducia al Governo per tirare a campare. Il Pd faccia una scelta di campo scegliendo non dentro questo Palazzo, perché a pane e spread si muore di fame».

Il presidente della Puglia ha anche preso posizione sulle primarie annunciate dal Partito democratico: «Se c'è Casini e non c'è Di Pietro e ci sono le primarie, io non so che cosa siano in quel caso le primarie. Non sono interessato né a un concorso di bellezza, né a partecipare a un congresso del Pd».
E alle condizioni dettate da Nichi Vendola Bersani ha replicato a stretto giro: «Non ho mai escluso nessuno ma credo che il centrosinistra di governo non deve essere esposto a pulsioni populiste o a posizioni che mettono in dubbio alcuni presidi costituzionali come la presidenza della Repubblica», ha precisato il leader del Pd, a margine di un incontro a Milano. Per Bersani «la gente non può credere alla solidità di un centrosinistra che si insulta» e questo «è un tema che Di Pietro vedrà come risolvere».

Poi ha motivato l'apertura all'Udc: «La grande area dei progressisti» deve capire «che in una situazione di ricostruzione del Paese bisogna rivolgersi anche a forze costituzionali, europee, anche moderate e centrali, ma alternative al populismo e ai ricatti della destra». Mano tesa a Vendola: «Non è solo questione di relazioni politiche, ma di rapporto tra politica e società. Mi interessano le forze politiche, le associazioni, le liste civiche e i cittadini e non mi pare che Vendola sia ostativo su questo».
Secondo Bersani «Casini farà quello che vorrà ma il problema è quello che proponiamo noi». Sulle primarie ha detto: «Bisogna che parta una carta di intenti e sarà il Pd a proporla come partito maggiore – ha proseguito – questa carta non si rivolgerà solo ai partiti perché mi interessano le forze politiche, le associazioni, le liste civiche e i cittadini. Concluso questo percorso si vedrà qual è il perimetro di questa convergenza e da lì potrà partire il percorso di partecipazione».

Infine, la legge elettorale: «Vedo le condizioni per discutere ma temo un passo indietro del centrodestra dopo ciò che è successo sulle riforme costituzionali. Il centrodestra non intende accedere alla nostra proposta di un doppio turno e ora si sta ragionando su altre soluzioni». Ilsegretario del Pd ha sottolineato di avere «messo due paletti: un cittadino deve sapere chi avrà il compito di governare e deve poter guardare in faccia il suo candidato al Parlamento, e il meccanismo dei collegi territoriali è il più serio». Bersani ha concluso che «i tempi per le riforme ci sono».
©

Shopping24

Dai nostri archivi