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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 06:39.

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MILANO
La Lega detta le condizioni in Lombardia. La linea del Carroccio, all'indomani del congresso che ha eletto Roberto Maroni nuovo segretario federale, è ufficialmente quella di abbandonare le alleanze con i partiti che sostengono il governo Monti. E per quanto riguarda la Regione Lombardia, tra le righe, mettere in discussione il governo di Roberto Formigoni, toccato dalle inchieste della procura di Milano.
Qualche giorno fa era stato proprio Maroni a dire che «la giunta in Lombardia difficilmente arriverà al 2015, a fine legislatura». Dietro le quinte si parla infatti di elezioni anticipate al 2013. Ma la strategia che la Lega sta tentando sul territorio lombardo è più sottile: garantire a Formigoni il sostegno nei mesi futuri, forse per un anno (evitando di parlare esplicitamente di scadenze) e cercare di portare a casa quanto più possibile in termini di provvedimenti normativi, sostegno alle imprese lombarde, welfare e sanità. Una pace armata, quindi, nel tentativo di spostare l'asse delle scelte politiche là dove il Carroccio vuole.
Ieri Formigoni ha incontrato al Pirellone Matteo Salvini, neo segretario della Lega in Lombardia. Ufficialmente i toni sono cordiali. Formigoni, dopo la riunione, ha dichiarato che non ci sarà «una fiducia a tempo», dato che Lega e Pdl sono «amici e come tali vogliamo che si concretizzi di più. Faremo un tagliando ogni mese e finché saremo soddisfatti andremo avanti».
Così anche Salvini: «Siamo abbastanza soddisfatti ma vogliamo che si faccia di più, poca politica e tanti contenuti e Formigoni ci ha detto parecchi sì». Facile interpretare che il Carroccio sta cercando di commissariare Formigoni, approfittando di un momento di debolezza del governo lombardo.
Intanto a porte chiuse sono state dettate le condizioni per la prosecuzione dell'alleanza. Le richieste del Carroccio sono chiare, anche se andranno affinate sotto il profilo tecnico, che in alcuni casi non si prospetta semplice.
Per quanto riguarda le risorse per le imprese e le famiglie, i leghisti chiedono che la giunta dia una corsia preferenziale nei bandi per le aziende lombarde, e che nella graduatoria per gli alloggi si privilegi i residenti del territorio.
Sul fronte della sanità, la volontà leghista è soprattutto quella di spingere Formigoni a fare un forte pressing a Roma per ridurre il taglio inflitto alla sanità, che in Lombardia peserà per 200 milioni. Poi la richiesta di riequilibrare il peso dell'attività privata accreditata (oggi circa al 30%) sull'intero comparto. Inoltre, sempre nel settore Sanità, la richiesta più spinta e più provocatoria: valutare le condizioni per cancellare il ticket in Lombardia, che nelle casse regionali porta circa 130 milioni.
Per quanto riguarda infine i servizi pubblici, il Carroccio chiede che la Lombardia prenda una chiara posizione sul tema dell'acqua pubblica, introducendo nella legge regionale (ancora in fieri da anni e con un lungo percorso a ostacoli) la possibilità di un affidamento diretto alle società pubbliche, senza l'obbligo di gara.
Infine la questione più delicata: l'Expo. La Lega chiede che Formigoni si dimetta dalla carica di commissario generale dell'esposizione universale, e su questo punto ha già preparato una mozione di sfiducia da discutere in consiglio regionale. L'obiettivo, dice Salvini, è fare in modo che il governatore regionale si occupi solo di Lombardia. Ma su questo punto Formigoni, che ha ricevuto l'incarico dall'istituto internazionale del Bie, non sembra intenzionato a cedere. «Sull'Expo occorre che tutti siano impegnati e vorrei anche che la Lega partecipasse con convinzione». La questione però si fa più spinosa se si considera che il Partito democratico sarebbe pronto a votare la mozione, dato che, come ha detto ieri il consigliere democratico Franco Mirabelli, «l'importante è raggiungere il risultato».
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La «rete» di Maroni
Da Finmeccanica ad Eni, da Enel ad A2a. Ma non solo: gli uomini forti del neosegretario della Lega Nord Roberto Maroni sono presenti anche in importanti società partecipate lombarde: Fiera di Milano e Serravalle, la holding stradale controllata dalla Provincia di Milano
RAI
Giovanna Bianchi Clerici
Nel Consiglio di amministrazione (a fine mandato)
Antonio Marano
Vice-direttore generale
FINMECCANICA
Dario Galli
Membro del Consiglio di amministrazione
FIERA MILANO
Attilio Fontana
Membro del Consiglio di amministrazione
ENI
Paolo Marchioni
Consigliere di amministrazione
ENEL
Gianfranco Tosi
Consigliere di amministrazione
A2A
Bruno Caparini
Nel Consiglio di gestione

FONDAZIONE CARIPLO
Luca Galli
Membro del Consiglio di amministrazione
INTESA
Marcello Sala
Vice-presidente esecutivo del Consiglio di gestione
MILANO SERRAVALLE
Paolo Besozzi
Vice-presidente
TANGENZIALE ESTERNA
Raffaello Berardi
Presidente

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