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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 11:39.

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Hans-Werner SinnHans-Werner Sinn

«L'uscita della Grecia dall'euro è sempre più vicina. Questo non è un disastro per la zona euro e non certo per i greci», spiega Hans-Werner Sinn Professore di Economia e Finanza Pubblica all'Università di Monaco di Baviera nonché presidente dell'Istituto Ifo, uno dei maggiori della Germania.

Secondo Sinn, considerato un falco, in uno scritto pubblicato su WirtschaftsWoche del 26 maggio scorso, testimonianza che denota un sentimento di sempre maggiore insofferenza verso i paesi Cicala diffuso in Germania, «l'uscita della Grecia dall'euro è inevitabile perché il paese è diventato troppo costoso, a causa del credito a basso costo che è arrivato con l'euro. Per tornare a essere competitiva, la Grecia deve diventare meno cara del 30%. L'Ifo Institute calcola che una svalutazione del 37% è necessaria solo per rimettersi alla pari con la Turchia».

«L'unica via è ridurre i salari e i prezzi ma questo non si riesce ad ottenere a causa dell'opposizione dei sindacati. Ma anche se ciò avvenisse i debiti bancari delle imprese potrebbero essere affrontati solo con il ritorno alla dracma e conseguente svalutazione».

Perché la Grecia non può fare le riforme come ha fatto la Germania?
«Ci sono voluti alla Germania più di 13 anni, dal 1995 al 2008, per gestire un deprezzamento reale del 22%, e questo è stato accompagnato da una disoccupazione di massa. Ma mentre la svalutazione della Germania ha avuto luogo per mezzo di inflazione nel resto d'Europa, la Grecia deve effettivamente abbassare i prezzi, poiché la Germania non sosterrà una strategia di inflazione in Europa. La situazione greca è più simile alla repubblica di Weimar. Dal 1929 al 1933, la Germania ha dovuto ridurre i prezzi del 23%, dal momento che era agganciata al gold standard, mentre gli altri paesi svalutavano. Non sarà possibile per la Grecia raggiungere la competitività all'interno della zona euro».

E se la comunità internazionale aiutasse la Grecia con un nuovo Piano Marshall?
«Assumendo la stessa proporzione che il PIL della Germania aveva dopo la guerra, la Grecia dovrebbe ricevere circa quattro miliardi di euro rispetto ad un programma di sviluppo. Con i vari piani di salvataggio, gli acquisti di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea (BCE), il credit target della BCE e la riduzione del suo debito, la Grecia ha già ottenuto 460 miliardi di euro in assistenza. Ciò equivale a 116 piani Marshall, e non ha aiutato molto».

Ma le riforme struutturali ridurranno i costi salariali unitari?
«Sì, questo è vero – dice Sinn - ma migliorano solo la competitività nella misura in cui anche i prezzi si riducono. Finora però i prezzi in Grecia sono addirittura aumentate durante la crisi».

E l'effetto contagio? Non è rishioso se Atene esce dall'euro?
«L'effetto contagio esiste - ribatte Sinn per niente convinto - in entrambe le direzioni. Se la Grecia resta nell'euro e riceve un ulteriore sostegno, i paesi forti, alla fine, dovranno anche aiutare Portogallo, Spagna, Italia e infine la Francia. La metà della zona euro sosterrà l'altra, una situazione impossibile. Tale criterio impedisce il deprezzamento reale dei paesi che devono ridurre i prezzi e spinge gli stati più sani verso l'abisso.

Perché il settore finanziario continua a sottolineare il pericolo di contagio dopo un uscita di Atene?
«Le banche evocano i possibili effetti di contagio per rimanere incolumi e far pagare il conto ai contribuenti. La Grecia ha già subito una parziale insolvenza, e in contrasto con gli orrori che sono stati evocati prima che avvennisse, i mercati hanno reagito bene. Le banche perseguono i propri interessi creando panico nei politici».

Quanto costerebbe alla Germania se la Grecia lasciasse l'euro?
«Un default greco costerebbe al governo tedesco 80 miliardi di euro. Se la Grecia lasciasse l'euro invece non costerebbe nulla. Al contrario, solo lasciando la zona euro Atene può svalutare, diventare competitiva ed essere in grado di rimborsare».

Non scoppierà il caos se la Grecia lascia?
«Il caos è già qui. La disoccupazione di massa che l'euro ha portato è intollerabile. Solo un'uscita dall'euro può dare posti di lavoro dei giovani greci e sperare per il futuro ancora una volta. L'assistenza deve essere utilizzato per facilitare l'uscita ordinata. Negli ultimi decenni ci sono stati decine di default sovrani. In tutti i casi ci sono voluti una svalutazione per recuperare».

Una posizione estremamente dura quella espressa da Sinn rivelatrice però di un sentimento diffuso in Germania con cui il cancelliere Merkel deve fare i conti e che spiega al meno in parte la posizione di estrema intransigenza su temi come gli eurobond o la garanzia dei depositi bancari comuni.

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