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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2012 alle ore 15:11.

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L'astrofisica Margherita Hack commenta con soddisfazione la notizia che ha fatto il giro del mondo questa mattina a partire dal Cern di Ginevra, la scoperta del bosone di Higgs, soprannonimato la particella di dio. «Io lo chiamo addirittura Dio», ha detto la Hack intervistata dal magazine online BabylonPost. «Poiché é la particella che spiega come si forma la materia delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto - le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono gli esseri umani - questa particella è veramente Dio».

La madre di tutte le particelle ipotizzata nel 1964 con la teoria del modello standard é stata «riprodotta» dal superacceleratore Large hedron collider e secondo la Hack, «questa é la conferma della teoria di Peter Higgs, una teoria che spiega molto bene i fenomeni che si osservano e gli esperimenti che si fanno con le particelle e che ipotizza la necessità che esista una particella molto più pesante del protone (appunto il bosone di Higgs) in grado di spiegare come tutte le altre particelle vengono create, cioé si formano e prendono massa. Questo bosone sembrava fantomatico. Ci sono stati molti anni di ricerca senza riuscire a scovarlo. Ora sembra certo che esista e quindi la teoria sarebbe confermata».
Quale sarà la prossima scoperta?

«Intanto c'é il problema di sapere cosa é la materia oscura e cosa è l'energia oscura. Probabilmente anche il bosone di Higgs gioca un ruolo in questi due elementi. Poi bisogna cercare di capire perché l'universo è fatto di materia e non di antimateria. Oggi l'astrofisica riesce a vedere direttamente come era fatto l'universo 400mila anni dopo l'inizio dell'espansione. Dalle temperature e dalla densità della materia in quel momento, come i fisici, anche noi possiamo risalire ai valori di temperatura e densità della materia a frazioni infinitesimali di secondo dopo il Big Bang».

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