Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2012 alle ore 06:38.

My24


ROMA
Quello di oggi potrebbe essere il giorno del nuovo Cda Rai. In caso contrario si rischia di andare verso una crisi dai contorni incerti, nella quale potrebbe spuntare anche un commissariamento, sia pure non previsto dalle leggi speciali sul servizio pubblico.
Dopo le spaccature politiche ed istituzionali di ieri, la commissione di Vigilanza potrebbe varare un Cda ben diverso dalla prima votazione, quella annullata per un Verri al posto di Verro. Dopo la sostituzione del commissario dissidente, ma non dimissionario, da parte del presidente del Senato, Pdl e Lega dovrebbero avere a disposizione i venti voti per nominare quattro consiglieri Rai. Salvo sorprese, perché c'è chi non esclude qualche altro malessere all'interno del Pdl, i quattro consiglieri saranno Antonio Verro, Guglielmo Rositani, Antonio Pilati e Luisa Todini. Gli altri tre, nominati dall'ex opposizione, dovrebbero essere Benedetta Tobagi, Gherardo Colombo e Rodolfo De Laurentiis. Salvo ripensamenti, rischia di essere sacrificata la candidatura di Flavia Piccoli Nardelli, risultata eletta al termine della prima votazione. L'assemblea dei soci Rai è stata ancora una volta aggiornata, stavolta alle 16 di oggi.
Tutto sarà più chiaro stamattina, anche perché le prese di posizione per il commissariamento della Rai non sono più quelle di voci "isolate" ma includono partiti importanti della maggioranza di governo, come l'Udc: «O questa situazione si risolve nel più breve tempo possibile - sottolinea Roberto Rao, capogruppo in Vigilanza - o chiederemo al Governo d'intervenire anche con un commissariamento di fatto». Anche per Futuro e Libertà il commissariamento è ormai l'unica strada: «La paralisi sostanziale della commissione - sottolinea Flavia Perina, membro della Vigilanza - richiede scelte nette. Il commissariamento è l'unica strada per garantire il servizio pubblico e per sottrarre la gestione a maggioranze artefatte costruite nel disprezzo delle regole».
Il Pdl è contrario al commissariamento: «Un pericoloso progetto autoritario» lo definisce Alessio Butti, capogruppo in Vigilanza. Non sarà facile la gestione immediata di un Cda che nasce da questo scontro politico e istituzionale. Sarà il Cda a dover dare il via libera al direttore generale già prescelto dal Governo, Luigi Gubitosi, e dovranno essere i consiglieri a delegare parte dei propri poteri al presidente Anna Maria Tarantola, secondo quanto annunciato da Mario Monti (le nomine dei dirigenti non editoriali, la maggioranza, e l'approvazione dei contratti da 2,5 a 10 milioni di euro). Non è scontato che tali scelte passino, soprattutto che passino all'unanimità: e, ancor più in questa fase politica, un direttore generale nominato con cinque voti contro quattro avrà meno forza contrattuale rispetto a una sua nomina all'unanimità, com'è avvenuto per Lorenza Lei.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi