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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2012 alle ore 17:59.

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Emilio Petrone (ImagoEconomica)Emilio Petrone (ImagoEconomica)

Gli amministratori delegati di Sisal e Capgemini Emilio Petrone e Maurizio Mondani in seguito alle perquisizioni di oggi della Guardia di Finanza sono indagati dalla Procura di Milano per corruzione privata. Secondo le indagini gli amministratori delegati di Sisal e Capgemini avrebbero corrisposto o promesso circa 1,3 milioni di euro all'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, ora agli arresti domiciliari, per favorire le società di cui sono alla guida nei procedimenti di concessione e di mantenimento di crediti da parte di Bpm e nell'affidamento di incarichi di consulenza.

Le Fiamme Gialle su delega dei pm milanesi Roberto Pellicano e Mauro Clerici stanno inoltre effettuando altre perquisizioni nei confronti di una persona sospettata di avere avuto un ruolo di intermediazione illecita tra l'istituto di credito e «soggetti economici» interessati a ottenere crediti dalla banca, nonché nella sede di un consorzio che avrebbe ricevuto un finanziamento anomalo per la costruzione, alla periferia di Roma, di un complesso edilizio residenziale del valore di circa 170 milioni di euro.

L'operazione di oggi è un ulteriore sviluppo dell'inchiesta che lo scorso 29 maggio ha portato agli arresti domiciliari, tra gli altri, Massimo Ponzellini, l'ex presidente di Bpm accusato di associazione per delinquere e corruzione per una serie di finanziamenti sospetti e un giro di presunte tangenti versate o promesse da 5,7 milioni di euro.

Ai domiciliari c'è anche Antonio Cannalire, l'ex braccio destro del banchiere che qualche settimana fa si è anche dimesso dalla presidenza di Impregilo.

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