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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2012 alle ore 19:53.

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La7 si fa bella in vista di una vendita che la controllante Telecom Italia vorrebbe accelerare il più possibile, dopo un primo semestre in cui la raccolta pubblicitaria del gruppo è cresciuta del 16% rispetto allo stesso periodo del 2011 (+12% solo La7 e un mercato sceso del 18-20 per cento). Intanto arrivano anche i primi dettagli del contratto che legherà, per questa stagione, Michele Santoro e il suo "Servizio pubblico" all'emittente. A margine della presentazione milanese dei palinsesti di La7 a rivelare che il contratto di Santoro sarà commisurato a una "scaletta" in cui la redditività è collegata agli ascolti è Giovanni Stella, ex amministratore delegato di Ti Media e attuale consigliere della società.

Nessun dettaglio sul cachet del giornalista ma dalle parole di Stella trapela che Santoro, rispetto al mancato accordo dell'anno scorso, sarebbe arrivato a più miti consigli, accettando di fatto di pagare gli eventuali danni derivanti dalla sua attività giornalistica.

A sbloccare la trattativa tra editore ed autore, ha detto Stella, è stata soprattutto «l'esperienza fatta da Santoro nel 2011 su Sky e su altri network soprattutto in termini di autonomia autoriale». In particolare, ha rivelato il manager, «l'anno scorso lui desiderava avere piena libertà autoriale senza darci sufficienti garanzie per eventuali danni che questa libertà avrebbe potuto provocare. Ora, invece, mi ha dato questa garanzia». Il che, ha precisato Stella, significa che in caso di azioni giudiziarie civili avanzate nei confronti del programma con pretese risarcitorie, «paga lui».

Nessuna indicazione, invece, sull'entità del budget sostenuto da Ti Media per accaparrarsi il conduttore: «È un investimento assolutamente normale e in linea alla media di mercato», si è limitato a dire Stella che ha subito sottolineato: «Sono convinto che questo programma sarà per noi molto redditizio, così com'è stato molto redditizio mandare in tv Fazio e Saviano». Nessun commento di Stella sulla vendita di La7, tema che è diventato invece il tormentone di Geppi Cucciari, che ha così esordito sul palco dei palinsesti: «Sono quella che ha presentato l'anno scorso, Telecom Italia è stata così contenta che ha deciso di venderci. E su Mentana: "Col cavolo che ci liberiamo di lui, altrimenti non ci compra neppure Rai Gulp"».

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