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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2012 alle ore 08:15.

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ROMA
Questo è «il momento delle scuse» dice il capo della Polizia Antonio Manganelli. Dopo la sentenza di condanna per i fatti accaduti nella scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001 ci voglio «scuse dovute». E aggiunge: sono rivolte soprattutto ai cittadini «che hanno subìto danni, ma anche a quelli che, avendo fiducia nell'istituzione-Polizia, l'hanno vista in difficoltà per qualche comportamento errato ed esigono sempre maggiore professionalità ed efficienza».
Si cambia, allora, e subito. Escono il prefetto Francesco Gratteri, numero uno della Dac-direzione anticriminalità del dipartimento di Pubblica sicurezza, e Gilberto Caldarozzi, direttore dello Sco-servizio centrale operativo: con la sentenza della Cassazione sono condannati, tra l'altro, all'interdizione dai pubblici uffici. Entrano, al loro posto, il prefetto Gaetano Chiusolo e la dirigente Maria Luisa Pellizzari.
Chiusolo è nato a Benevento il 27 settembre 1948 (andrà in pensione, dunque, fra un anno, a 65 anni), è stato direttore dell'Antidroga e dell'ufficio degli ispettori al dipartimento Ps. Veneta di Montagnana (Padova), 53 anni, Maria Luisa Pellizzari, che ha già lavorato allo Sco, alla Dia e lascia il timone della Stradale, è un altro dirigente donna ad assumere un incarico prestigioso in Polizia, come di recente è accaduto alla guida della Scientifica con la nomina di Daniela Stradiotto. Manganelli, comunque, sottolinea: sono «orgoglioso di essere il capo di donne e uomini che quotidianamente garantiscono la sicurezza e la democrazia di questo Paese» anche se, aggiunge, «rispetto il giudicato della magistratura».
Gli fa subito eco Susanna Camusso, numero uno della Cgil: dalla sentenza sulla Diaz emerge come «i tempi della giustizia nel nostro Paese siano ancora troppo lunghi: per le persone aspettare 10 anni per avere giustizia è un tempo molto lungo». Anche per questo la leader della Cgil è convinta che «sia necessario e giusto che a partire dal capo della polizia e di tutte le forze allora coinvolte si riconosca giustizia, si riconosca cosa è avvenuto, si chieda scusa, ma soprattutto si cambi registro per il futuro».
Le polemiche anche nel mondo politico non mancano. Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, quella della Cassazione «è una sentenza che lascia l'amaro in bocca per due ragioni: perché è indubbio che alla Diaz e a Bolzaneto furono appunto commessi errori molto gravi, ma è dubbio che siano stati colpiti gli autentici responsabili di essi». Scende in campo anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: dal giudizio della giustizia, dice, «forse è rimasto fuori qualcuno, però questo appartiene alla storia e alla riflessione di ognuno di noi».
Intanto emergono altri particolari sulla pronuncia della Cassazione. Sono oltre 80 le persone che hanno diritto a un risarcimento danni da parte del Viminale e dei poliziotti ritenuti responsabili delle violenze avvenute alla Diaz. Con la sentenza di ieri, infatti, la suprema corte ha confermato la condanna del Viminale in qualità di responsabile civile e ha così aperto la strada ai processi civili nei quali andrà stabilita l'entità delle somme per risarcire le vittime.
I danni dovranno essere rifondati anche ai giovani che alloggiavano nella scuola Pascoli, uno degli edifici che fa parte dell'istituto scolastico Diaz di Genova, inizialmente esclusi dalle provvisionali stabilite nei processi di merito. A pagare, personalmente e in solido con il ministero dell'Interno, saranno non solo gli alti funzionari condannati in via definitiva, ma anche gli agenti per i quali è scattata la prescrizione.
Intanto è andato in pensione il terzo dirigente di polizia condannato in via definitiva, Giovanni Luperi: lo ha annunciato il suo legale. Luperi lascia il posto di caporeparto analisi all'Aisi, il servizio informazioni e sicurezza interna ora guidato dal generale dei carabinieri Arturo Esposito.
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CAMBIO AI VERTICI DOPO LA SENTENZA

Le scuse di Manganelli
Dopo le condanne pronunciate dalla Cassazione nei confronti dei funzionari della Polizia per l'irruzione alla Diaz durante il G8 di Genova, ieri il capo della Polizia Antonio Manganelli ha deciso di voltare pagina non prima di aver porto «le scuse ai cittadini che hanno subito danni e anche a quelli che, avendo fiducia nell'istituzione, l'hanno vista in difficoltà per qualche comportamento errato ed esigono sempre maggiore professionalità ed efficienza». Così il prefetto ha proposto al ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, due sostituti ai vertici dello Sco e della Dac
Il neodirettore della Dac
Entrato nell'amministrazione della pubblica sicurezza nel 1978, il prefetto Gaetano Chiusolo (foto) ha ricoperto il suo primo incarico alla squadra mobile della questura di Bologna. Da luglio 2011 dirige l'ufficio centrale ispettivo della Polizia. Chiusolo ha partecipato a delicate indagini contro la criminalità e ha diretto operazioni di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti

Una donna a capo dello Sco
Dirigente superiore di Polizia, Luisa Pellizzari (foto) guida, da gennaio 2012, il servizio Polizia stradale. È stata, tra l'altro, funzionario addetto alla squadra mobile della questura di Roma e poi al centro interprovinciale Criminalpol di Roma. Nell'ottobre 2009 è stata chiamata, come reggente, al servizio assistenza e attività sociali della direzione centrale per gli affari generali della Polizia di Stato

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