Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2012 alle ore 08:12.

My24

BRUXELLES. Lo scudo anti-spread, all'indomani dell'Eurogruppo, si è presentato al grande pubblico peccando proprio in quella maggiore flessibilità ed efficacia promessa dalla vaga dichiarazione di principio del Consiglio europeo che a fine giugno ha assegnato ai fondi salva-Stati la nuova funzione di stabilizzatori dei mercati tramite l'acquisto di titoli di Stato emessi da Paesi che non hanno bisogno di aiuti esterni in denaro per finanziare il disavanzo di bilancio.

L'aumento dell'entità delle risorse disponibili, il ruolo a tutto campo della Bce e la rinuncia allo status di creditore privilegiato dell'Esm restano tre passaggi ulteriori ritenuti essenziali dai mercati per creare un temibile deterrente sugli spread: sviluppi che restano sulla carta ma sui quali i politici europei non intendono al momento impegnarsi. L'Efsf potrà già da oggi usufruire del servizio della Bce come banca agente avendo firmato un accordo ieri stesso in tal senso. Ma, è stato scandito a scanso di equivoci dal neo managing director dell'Esm Klaus Regling, lo scudo non potrà attingere alle risorse delle 17 banche centrali dell'Eurosistema come invece avrebbero preferito i mercati. Questo significa che dei 700 miliardi di dotazione totale e finale di Efsf e Esm, al netto dei 300 circa già impegnati su Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, ne resteranno 400 per domare all'evenienza lo spread tra periferici e "core", con i rendimenti dei BTp e Bonos decennali ancora ieri rispettivamente nell'orbita del 6% e del 7 per cento.

L'Esm, in aggiunta, solo a pieno regime (con l'intero capitale paid-in versato) potrà disporre di 500 miliardi: a fine luglio, quando il fondo di stabilità permanente dovrebbe vedere la luce, avrà capacità di intervento fino a 100 miliardi, che diventeranno 200 ad ottobre con il versamento della seconda delle cinque tranche di capitale paid-in. I BTp da tre a 30 anni in circolazione al 30 giugno erano pari a 1.075 miliardi mentre i Bonos, con le stesse durate, a maggio avevano un volume pari a 525 miliardi. Ma nulla è stato detto a conclusione dell'Eurogruppo, per compensare la delusione sul mini-ruolo di banca agente della Banca centrale, cioè sul ricorso a formule di leva per potenziare la potenza di fuoco di Efsf/Esm.

L'intervento anti-spread sulla carta resta rivolto tanto al mercato primario quanto al secondario dei titoli di Stato: nella pratica tuttavia, stando a quanto emerso dopo l'Eurogruppo, lo scudo decollerà sui soli acquisti dei bond in circolazione, perché «delle aste all'Eurogruppo non se ne è discusso» e perché l'accordo firmato tra Efsf e Bce vale solo per il secondario. In effetti, se Efsf/Esm dovessero intervenire in asta, non avrebbero bisogno della Bce perché finanzierebbero direttamente lo Stato (l'emissione di un titolo sarebbe a quel punto una mera formalità) e alleggerirebbero le nuove emissioni con una ricaduta potenzialmente positiva per il secondario. Acquistare i titoli in circolazione, come ha fatto in passato la Bce che non può per statuto entrare in asta, non consiste in un trasferimento di denaro direttamente nelle casse di uno Stato: in questo senso, lo scudo agendo sul secondario, assolverebbe al meglio la funzione di stabilizzatore dello spread, senza finanziare il Paese che, come l'Italia, non avrebbe bisogno di aiuti finanziari esterni per coprire il disavanzo.

Infine i ministri europei si sono ben guardati dal chiarire quale sarà lo status dell'Esm in seguito all'acquisto sul secondario o alla sottoscrizione sul primario di titoli di Stato: l'Esm di sicuro non sarà creditore privilegiato quando ricapitalizzerà le banche spagnole ma non è dato sapere se lo stesso accadrà quando assolverà la sua nuova funzione di stabilizzatore degli spread. Il rischio che lo scudo possa trasformarsi in un boomerang, subordinando i creditori privati che diventerebbero detentori di titoli di Stato di serie "B" rispetto all'Esm, resta aperto. Stando a fonti bene informate, l'Eurogruppo non ha affrontato questo punto perché la discussione è rimasta su temi generali, senza entrare in grandi dettagli. «Non ne hanno parlato», ha detto la stessa fonte rimarcando, tuttavia, che il caso della Spagna (i Bonos non subordinati ai prestiti erogati dall'Esm) «crea un precedente» che apre una porta a un simile sviluppo per lo scudo anti-spread.

Gli scarsi dettagli annunciati ieri a chiusura del vertice dei ministri dell'Economia e delle Finanze dei 17 sono più di quanto il mercato si attendesse ma sono molto meno di quello che serve per creare una vera forza deterrente, capace di domare le fluttuazioni degli spread. Ieri i mercati hanno quasi del tutto ignorato le notizie sullo scudo anti-spread e sul possibile ricorso di questo strumento da parte dell'Italia, concentrandosi sul caso spagnolo. Molti traders in BTp hanno dato più peso alle ultime dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi che fanno ben sperare in un intervento straordinario della Bce, nel caso fosse necessario questa estate fare tutto il possibile per salvaguardare la stabilità finanziaria nell'area dell'euro dove comunque i meccanismi di trasmissione della politica monetaria - dai tassi Bce al credito a imprese, banche e famiglie - continuano ad essere inceppati.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi