Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2012 alle ore 06:38.

My24
Berlusconi candidato, Alfano «con lui»Berlusconi candidato, Alfano «con lui»

Silvio Berlusconi è come un prestigiatore: mostra al pubblico la mano apparentemente protagonista della magia, mentre è l'altra, quella silente, che determina il risultato. Il Cavaliere (ri)scende in campo. L'annuncio lo dà per primo il sito del Corriere delle Sera. Tocca ad Angelino Alfano, l'ormai ex Delfino, dare la conferma ufficiale: «In tanti glielo stanno chiedendo, tanti cittadini e tanti nel Pdl, me compreso, e credo che alla fine lui deciderà di scendere in campo».

Il segretario fa buon viso a cattivo gioco. Non è una sorpresa. Berlusconi da tempo (e le cronache dell'ultimo mese ne sono piene) andava raccontando della sua "tentazione". Il Cavaliere mostra una mano. L'altra lavora nell'ombra e tiene aperte due opzioni che si definiranno solamente in autunno quando si deciderà quale sarà la legge elettorale. L'unica certezza è che Berlusconi vuole continuare ad essere protagonista. Di primarie e congressi non ne vuol più sentir parlare. I maligni, vedi il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, lo motivano con la necessità di tutelare i suoi interessi. Altri come Pierferdinando Casini parlano di un ritorno all'antico. E anche nel partito del premier i commenti si contano sulle dita di una mano. Poco importa. Per il momento il Cavaliere deve evitare di perdere il controllo del Pdl, lasciare nell'incertezza (e quindi nell'immobilismo) sia gli antimontiani, pronti a fare i bagagli qualora si riproponesse per il futuro una grande coalizione alla tedesca, sia l'ala moderata, che invece punta al governissimo per il dopo 2013. «Deciderà quando sarà troppo tardi per prendere adeguate contromisure», confermava ieri pomeriggio un big del partito.

Non a caso Maurizio Gasparri ieri nel commentare il ritorno del Cavaliere si limtava a sottolineare che «Berlusconi valuterà la sua candidatura in base a quanto emergerà dal dibattito sulla legge elettorale». Nessuno sa cosa davvero il Cavaliere abbia in testa. È probabile che come al solito tenga aperte più opzioni. «Non fatemi parlare», rispondeva un po' civettuolo ieri sera prima di entrare alla festa di compleanno di Katia Polidori.

Fino ad oggi si è sempre mostrato favorevole a sostenere l'ipotesi di un accordo per il proporzionale alla tedesca con sbarramento. Il doppio turno è venuto fuori solo per dare un po' di coerenza alla riforma sul semipresidenzialismo alla francese. Se confermerà il modello teutonico, vuol dire che ha scelto la strada del governissimo, insomma la linea Ferrara. Lo sbarramento gli consentirebbe infatti di far piazza pulita di tutte le listarelle, che sarebbero costrette a entraRe nel Pdl o come si chiamerà (anche su questo si sta valutando e l'ipotesi è di un ritorno al modello Forza Italia). Verrebbe infatti premiato il partito e sparirebbe il premio di coalizione, rendendo così velleitaria anche la guerra su chi sarà il candidato premier, visto che la decisione si prenderebbe solo dopo il voto.

L'altra opzione è invece cavalcare la protesta, scommettendo sul fiato corto di Grillo, sull'indebolimento del Pd, l'isolamento di Casini, il ricompattamento con la Lega e naturalmente sulle sue capacità istrioniche («Berlusconi in campagna elettorale vale un 10% in più», commentava Guido Crosetto, mentre per Santanchè «con Silvio siamo al 30%»). Anche in questo caso semplificando la potremmo ribattezzare «la linea Santanchè». Se questa fosse la decisione dovrebbe però rimanere il Porcellum, magari rinnovato con le preferenze. È un'ipotesi in cui sarebbe protagonista assoluto e pertanto affascinante. Ma allo stesso tempo molto pericolosa, perché in caso di sconfitta perderebbe tutto.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi