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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2012 alle ore 06:38.
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Dopo aver toccato Ben Bernanke e Tim Geithner, lo scandalo Libor/Barclays ha raggiunto la campagna elettorale americana creando problemi a Mitt Romney. Il candidato repubblicano andrà a Londra subito prima delle Olimpiadi. Doveva essere un grande colpo di immagine. Soprattutto se contrapposto all'imbarazzante viaggio a Copenhagen del presidente Obama nel 2009 per chiedere di portare i Giochi in America, a Chicago. Vinse il Brasile e Obama tornò a Washington umiliato: nessun presidente prima di lui si era recato personalmente a fare un appello al Comitato Olimpico. Ma anche oggi per Romney il diavolo – anzi, la finanza - ci ha messo la coda.
Per l'occasione della tappa londinese, erano stati organizzati due eventi per raccolta fondi elettorali. Le donazioni sono strettamente riservate a cittadini americani che devono presentare il passaporto al momento della donazione. Da Londra poi Romney andrà in Israele per la sua prima "missione" estera formale (Obama fra l'altro è stato criticato per non essere mai stato in Israele). Il problema? Il presidente del comitato d'onore per l'evento più caro a Londra, la cena con biglietti che costano fra i 50 e i 75mila dollari, era Bob Diamond, l'ex amministratore delegato di Barclays Bank, costretto alle dimissioni per la sua vicinanza allo scandalo sulla manipolazione del tasso Libor. Negli ultimi due giorni il nome di Diamond è stato fatto sparire dagli inviti, ma un suo luogotente, Patrick Durkin, lobbista per Barclays coinvolto anche lui nello scandalo, è ancora nel comitato d'onore.
Ieri sono fioccate polemiche, la leggerezza, la scarsa trasparenza del settore bancario che appoggia Romney, hanno fatto da contraltare alle leggerezze finanziarie del candidato repubblicano: Vanity Fair aveva pubblicato giorni fa un articolo dettagliato sui conti offshore di Romney e ieri il New York Times ha dato conto in un durissimo editoriale della scarsa trasparenza dei conti privati e delle dichiarazioni fiscali del candidato repubblicano. Come se non bastasse Romney ha commesso l'ennesimo errore strategico: è andato ieri a parlare a Houston al convegno dell'associazione degli afroamericani. All'inizio il pubblico era appena tiepido, ma quando Romney ha promesso che da presidente avrebbe eliminato Obamacare, sono partiti fischi e booh incontrollati. L'ultimo imbarazzo dopo la scampagnata in jet ski e dopo aver insistito che le trattenute sull'Obamacare non erano tasse ma "penali": «C'è un grave problema di gestione della campagna», ci ha detto un autorevole donatore repubblicano.
Obama invece ha tenuto la barra dritta sull'economia e ha annunciato nuove misure per aiutare le piccole e medie imprese. Ha ordinato che il Governo paghi i conti dei fornitori entro 15 giorni invece che entro 30 giorni, ha chiesto che gli acquisti fino a 250mila dollari possano essere detratti come spesa nel 2013, che la Small Business Administration aumenti il tasso sui prestiti da 250mila a 350mila dollari, ha ridotto i tempi per richiedere aiuti in caso di disastro maturale e ha ridotto le procedure burocratiche per garantire prestiti fino a 250mila dollari. Sono iniziative solo marginalmente importanti ma che consentono a Obama di dimostrare attivismo e coerenza soprattutto a fronte di un concorrente che ha commesso negli ultimi giorni numerosi errori.
Più importante per l'economia invece è la notizia che i governatori della Fed sono in maggioranza favorevoli a introdurre nuove manovre accomodanti. Ieri la Fed ha rilasciato i verbali degli ultimi incontri del Fomc e risulta che l'orientamento sia favorevole a introdurre nuove misure di stimolo monetario anche se per ora non si è discusso né di tempi né di modi.
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