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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 12:49.

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"Una cauta liberalizzazione farebbe calare il consumo delle droghe leggere". E' questa l'opinione di Beniamino Deidda, procuratore generale di Firenze, intervenuto a "24 Mattino" su Radio 24 sul dibattito rilanciato di recente. "Nessuno ha mai consumato alcol in America come quando è stato proibito - ha aggiunto Deidda -. La capacità della criminalità di diffondere i consumi è molto maggiore di quella che il mercato, con le sue virtù intrinseche, potrebbe fare. Tutto ciò che è illegale e proibito ha qualche fascino".

Deidda ha detto di essere favorevole a "una progressiva e cauta depenalizzazione da un lato e liberalizzazione dall'altro. Controllare il mercato significa anche controllare la qualità della droga, cioè garantire ai consumatori che non saranno vittime di qualità scadenti di droghe. La qualità è controllata oggi soltanto dai trafficanti. I quali hanno mano libera senza che nessuno possa seriamente intervenire".

Per Deidda questo argomento in Italia è tabù perché "c'è un po' di fariseismo e l'ideologia prevale su una serena valutazione dei fatti. E quando i fatti vengono costretti nelle maglie delle ideologie non si va lontanissimo. Io vorrei abbandonare il piano dell'etica. C'è un secondo inevitabile effetto del proibizionismo ed è la lievitazione dei prezzi. Così i più deboli, quelli privi di risorse, sono costretti a procurarsi il denaro con mezzi illeciti. Aumentano i furti, aumenta la piccola criminalità. Il fenomeno si ridurrebbe se il mercato fosse controllato e i prezzi contenuti".

Nel suo intervento a Radio 24 Deidda ha precisato di parlare a titolo personale perché "la legge oggi è quella che è e i magistrati hanno il dovere di applicarla nella maniera più scrupolosa possibile. Ma mi limito a notare che le norme vigenti non sono state in grado di impedire il prosperare delle droghe. Abbiamo le carceri piene di piccoli e piccolissimi spacciatori, e sappiamo che uno spacciatore arrestato viene subito sostituito da un altro. Finora il divieto generalizzato non ha prodotto gli effetti sperati".

Deidda ha detto che la liberalizzazione dovrebbe essere "accompagnata dalla prevenzione con l'educazione. Bisogna incidere sulle cause che inducono il consumo di droghe, cioè esattamente quello che finora non si è fatto".
Infine alla domanda del conduttore di Radio 24 Alessandro Milan se abbia mai provato una canna Deidda ha risposto: "No, ma solo perché non ho tempo durante la giornata".

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