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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 16:37.

Il nuovo logo della regione UmbriaIl nuovo logo della regione Umbria

Il processo di "brendizzazione" della Regione Umbria si colloca all'interno di una strategia che ha portato l'anno scorso l'Umbria al Maxxi di Roma – prossima iniziativa nella capitale i Musei capitolini – e quest'anno al Salone del mobile di Milano, i cui abitanti sono rispettivamente al primo e al secondo posto come mercati turistici verso l'Umbria. Un evento – quello di Milano - scelto anche per la cassa di risonanza che garantisce sui mercati esteri, in particolare per Germania, Francia, Usa, Spagna, Svizzera e Paesi Bassi. Ovvero quelli che sono alcuni dei mercati turistici più importanti per la regione insieme ai Paesi scandinavi, al Canada fino all'America latina.

Il "menu" offerto in questi giorni dall'Umbria propone gli scatti del grande artista-fotoreporter Steve McCurry, conosciuto ai più per la foto della "ragazza afgana"; la musica internazionale di UmbriaJazz; l'arte (danza, muscia, teatro) del Festival di Spoleto fino alla mostra dedicata al pittore rinascimentale Luca Signorelli, allestita a Perugia, Orvieto e Città di Castello fino al 26 agosto.

"Quella di Signorelli – spiega Fabrizio Bracco, assessore della Regione Umbria ai Centri storici, cultura, turismo e commercio - è una mostra che rappresenta lo spirito dell'Umbria, una terra con solide radici nel passato e gli occhi rivolti verso il futuro, anche nel modo di concepire un appuntamento culturale". L'evento che si snoda nelle tre città umbre è peraltro tra i primi a essere ecocompatibile attraverso l'uso di luci led alimentate da pannelli solari.

Professor Bracco, come state rifacendo l'immagine dell'Umbria?
Nella percezione del turista l'Umbria viene abbinata soprattutto ai suoi festival e alla Marcia della pace Perugia-Assisi. Ma se una conosce a fondo la regione scopre che è molto vivace non solo dal punto di vista culturale ma anche da quello delle attività produttive. Ci sono imprese tradizionali come la Perugina e le acciaierie, ma l'Umbria è sempre più conosciuta come la regione del cachemire, una leadership affermata e non solo per Brunello Cucinelli vista la presenza di oltre 300 aziende composte in molti anche da solo 1-2 addetti. Si sta inoltre affermando nel settore dell'arredo-design con marchi come Tagina, Listone Giordano, Emu – con linee disegnata dal Premio Pritzker Jean Nouvel - e Ubaldo Grazia Maioliche, punta di diamante nel settore della ceramica che sempre più incontra l'arte contemporanea come nei prodotti firmati dal pittore acquarellista Michele de Lucchi. Nel settore tessile, sabato pomeriggio 14 luglio alla Rocca Paolina di Perugia verranno premiati i prototipi dell'iniziativa "Cachemire - Innovazione nel design" realizzati dagli studenti della Central Saint Martins college of art and design di Londra. Ci sono poi altre eccellenze come l'Umbria cuscinetti, che lavora per la Boing, e la meccatronica con il centro ricerca di circa 11 mila metri quadrati che si estende nei locali della villa settecentesca Pischiello a Passignano sul Trasimeno, dedicata ai prototipi della grandi case voluto da Giancarlo Luigetti, già dirigente Magnetti Marelli. Sono tutte piccole-medie imprese. C'è un'immagine tradizionale della nostra regione legata alla lentezza – in parte dovuta alla presenza di molti paesi medioevali, che noi ribaltiamo in positivo proponendola come qualità della vita e filosofia slow food. Ma in realtà in una regione con solo 907mila abitanti mi creda sappiamo anche correre e riusciamo anche ad esportare molte teste pensanti.

Da come parla sembra più un assessore alle attività produttive che alla cultura e al turismo
In campo culturale ho un sogno nel cassetto: realizzare il circuito europeo delle abbazie benedettine. Esiste già – organizzato all'estero - per quelle cistercensi e cluniacensi. Pensi che in Valnerina, a Preci, c'è un abbazia benedettina dove si sono formati i migliori chirurghi europei dell'epoca, tra cui quelli che operarono di cataratta Elisabetta I di Inghilterra. Poi, dopo il Concilio di Trento che vietò le operazioni sull'uomo, gli stessi divennero mano a mano laici. Un'altra abbazia c'è a Ferentillo. La cultura per l'Umbria resta una priorità: nella pittura in queste periodo puntiamo in particolare su Burri e Signorelli. La battaglia condotta tramite il Manifesto del Sole "Niente cultura niente sviluppo" corrisponde alla strada che da anni noi seguiamo. Bene le scelte del governo Monti con il coinvolgimento di Ornaghi, Profumo, Passera. Sembra che si vada nella direzione giusta ma poi bisogna vedere come la pensa il ministro dell'Economia Grilli… vedremo. Quindi industria, artigianato, cultura ma anche commercio, indispensabile per la rivitalizzazione dei centri storici, e ambiente. Senza dimenticare l'agricoltura di qualità e il paesaggio. Oggi a Castelluccio di Norcia all'aperto si è tenuto il concerto del violinista Uto Ughi che conclude tradizionalmente la stagione in cui l'altopiano situato nei Monti Sibillini si riempie dei colori stupendi dei suoi fiori. Tutto bene ma bisogna fare i conti anche con il vero problema rappresentato dalla posizione dell'Italia nel turismo. Venti anni eravamo al primo posto. Adesso siamo quinti e siamo in calo. Presto saremo al 7-8° posto.

Brand Umbria non solo turistico, ma il turismo come va? Quanta parte del Pil regionale è imputabile al turismo? Qual è il trend?
Negli anni 2000 l'andamento dei flussi turistici era un po' calato: eravamo al 5,8 al 5,9% del Pil regionale, poi siamo scesi leggermente sotto il 5%. Ora siamo tra il 5 e il 6%, in media nazionale. Ma va anche fatta una riflessione su cosa è turismo. Se venissero, infatti, considerate come unico blocco le strutture ricettive, con tutte le attività culturali, il commercio, i ristoranti e i bar, i giornalai, ci accorgiamo che la cifra varrebbe abbondantemente oltre il 20% arrivando a un quarto del Pil regionale. C'è uno studio recente che conferma un dato di Bruno Bracalente e Luca Ferrucci cioè che un euro speso per UmbriaJazz (nella fattispecie relativa all'edizione 2008) ne porta tre all'economia regionale. Il dato del recente studio parla del 2,8%. mentre la mostra del Pinturicchio – edizione 2008 - ne porta uno a sei, un rapporto più vantaggioso perché la mostra restò aperta 5-6 mesi, mettendo in evidenza che sia le attività espositive sia gli eventi funzionano. Facendo un paragone con Roma dove una mostra su 100 persone la stragrande maggioranza sono abitanti della capitale in Umbria è proprio l'inverso, con grandi margini di incremento per lo sviluppo.

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