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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 06:38.

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NEW YORK. Dal nostro corrispondente
La corsa elettorale di quest'anno, per la Casa Bianca del 2012, doveva stabilire un primato storico: essere la prima a superare la soglia del miliardo di dollari per candidato in termini di donazioni e bilanci per la sua gestione. La notizia di questi giorni è che probabilmente né Barack Obama né Mitt Romney, che pure partecipano continuamente a cene, eventi, drink, manifestazioni teatrali per raccogliere quattrini dai donatori, ci riusciranno. Da una parte c'è la crisi, che certamente si è fatta sentire, ma dall'altra c'è stato anche uno sviluppo imprevisto nell'opinione pubblica americana. Per Barack Obama è cambiato il modello. Quattro anni fa era riuscito a raccogliere circa il 53-54% dei fondi da grandi donatori e aveva mobilitato allo stesso tempo una massiccia raccolta via internet, la più importante nella storia delle campagne elettorali americane. Quest'anno per il presidente c'è stata un'inversione di tendenza. I grandi donatori, soprattutto quelli che appartengono al mondo degli affari, lo hanno abbandonato. Barack Obama deve appoggiarsi sui piccoli donatori che contribuiscono con un assegno medio di 52,50 dollari per persona.
Per Mitt Romney, il 94% delle donazioni del mese scorso sono state meno di 250 dollari (per un totale di 22,3 milioni di dollari) ma la grande maggioranza, circa 84 milioni di dollari, è giunta da donatori che hanno versato mediamente 2.400 dollari a testa. Il mese scorso è stato dunque un mese di raccolta record per la campagna di Romney, con donazioni complessive per 106 milioni di dollari. Obama è più indietro: il mese scorso è riuscito a raccogliere "soltanto" 71 milioni di dollari. Restano comunque cifre da capogiro, ma quando abbiamo incontrato Jim Messina, il capo della campagna di Barack Obama a Chicago, ci ha detto che questi soldi bastano a malapena per gestire la macchina elettorale. In effetti sia i quartieri generali di Obama che quelli di Mitt Romney sono delle vere e proprie macchine da guerra che occupano centinaia di persone. Da Obama abbiamo visto un intero piano di un grattacielo con oltre 400 persone concentrate su missioni regionali, creazione, formulazione e distribuzione di messaggi digitali; strateghi di comunicazione e specialisti per la raccolta di sondaggi.
Dovendo fare un bilancio di quello che è successo nello sforzo di raccolta fondi tra maggio e giugno, c'è sicuramente un avanzamento da parte di Mitt Romney. Se la differenza in fondi raccolti tra il repubblicano e il suo concorrente democratico per maggio era stata di 17 milioni di dollari, per il mese di giugno è stata addirittura di 35 milioni di dollari. Se si dovesse continuare su queste medie, Romney potrebbe facilmente accumulare un vantaggio di circa 140-150 milioni di dollari da qui alle elezioni.
I soldi sono fondamentali per gestire una campagna elettorale americana, la pubblicità televisiva costa carissima e tanto più cara è quella nei pochi Stati, i cosiddetti swing States, in cui si giocheranno queste elezioni. Ma i soldi non sono tutto ed è su questo che puntano gli strateghi di Obama. «Alla fine – ci ha detto Jim Messina – quello che conta è il messaggio. È catturare quello che vuole l'opinione pubblica. Il nostro è un messaggio di aiuto e di speranza, non un messaggio di continuare ad arricchire i più ricchi, come ha deciso di fare Mitt Romney».
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IL TREND
Gli ultimi dati
Se il mese di maggio, con 77 milioni di dollari contro 60, è quello del sorpasso su Barack Obama di Mitt Romney nella raccolta fondi, giugno conferma e allunga il vantaggio dello sfidante repubblicano: 106 milioni di dollari contro 71
Il bilancio
Ad oggi Romney e il Comitato nazionale repubblicano hanno raccolto complessivamente 389 milioni di dollari: meno dei 512 ottenuti da Obama e dal Comitato democratico, ma il gap si riduce. E la raccolta del repubblicano è sostenuta dal mondo della finanza

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