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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 19:30.

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Luigi Lusi è ora indagato anche per calunnia, reato che si aggiunge a quello di associazione a delinquere, per il quale l'ex tesoriere della Margherita è rinchiuso a Rebibbia. Secondo i magistrati le accuse di Lusi a Francesco Rutelli - Lusi aveva parlato di un patto con la corrente rutelliana per spartire i soldi dell'ex partito - sono risultate «smentite dai fatti». Perciò, dopo una riunione con il Procuratore aggiunto Alberto Caperna, i pm romani hanno iscritto Lusi nel registro degli indagati anche per calunnia.

«Sono stati mesi di sofferenza, ma in Italia chi è vittima di reati può e deve avere fiducia nella giustizia», ha commentato Rutelli, che non sarà indagato in relazione a quanto Lusi aveva affermato nell'interrogatorio del 28 giugno. «Il cerchio - ha aggiunto Rutelli - sarà chiuso soltanto con il ripristino dei danni che ho e abbiamo subito e il recupero di tutti i soldi rubati alla Margherita, che andranno allo Stato, cioè ai cittadini italiani».

Per i difensori di Lusi, Luca Petrucci e Renato Archidiacono, quello della Procura è un «atto dovuto». I legali aspettano di «conoscere i risultati degli accertamenti fatti dalla Procura a seguito dell'interrogatorio di garanzia» e auspicano a breve un nuovo interrogatorio del loro assistito affinché possa «chiarire la sua posizione».

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