Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 08:11.

My24

Roma capitale dell'Imu. Alle sue spalle si piazzano Milano e Torino. A dirlo sono le tabelle diffuse ieri dal dipartimento delle Finanze sull'acconto dell'imposta municipale. Che presentano nelle ultime tre posizioni in classifica altrettante province in odore di soppressione/accorpamento: Vibo Valentia, Medio Campidano e Ogliastra. Anche se la classifica cambia, riservando numerose sorprese, se si dividono gli introiti per la popolazione residente. A cominciare dal primo posto per importo per abitante, occupato da Aosta con un versamento pro capite di 347,1 euro. Mentre per trovare Roma (236,4 euro) e Milano (213,6) bisogna scendere al sesto e al dodicesimo posto.

Il gettito complessivo di questa prima tornata di pagamenti del tributo si assesta sui 9,6 miliardi di euro. Sostanzialmente in linea con i 9,7 preventivati dal governo con il decreto salva-Italia che ha anticipato dal 2014 al 2012 la nuova tassa sugli immobili e l'ha estesa alla prima casa.
Circa 5,64 miliardi (il 59% del totale) spettano ai Comuni, a cui vanno per legge tutti gli introiti sulla prima abitazione e metà di quelli sugli altri immobili. L'altro 50% invece va di diritto allo Stato che al giro di boa si aggiudica 3,95 miliardi, pari al 41% dell'incasso fin qui conseguito.

Passando alla tabella elaborata a Via XX Settembre, il primo posto in graduatoria spetta a Roma che supera di poco il miliardo di euro. Sul territorio arrivano 630,6 milioni mentre i rimanenti 370,1 milioni restano chiusi nei forzieri dell'erario. La top five del gettito è completata da Milano con 681 milioni di euro (401,8 al Comune e 279,2 allo Stato), Torino con 428,2 milioni (263 al municipio e 165,2 all'erario), Napoli con 317,6 milioni (186 di quota comunale e 131,6 di quota statale) e Genova con 214,8 milioni (130,8 comunali e 84 statali).

Guardando alle ultime piazze, invece, delle dieci province fanalino di coda, cinque sono sarde (Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Oristano e Nuoro). All'ultimo posto della classifica nazionale la provincia dell'Ogliastra con 5 milioni di euro (di cui 2,9 milioni al Comune e 2,1 allo Stato). E anche per il penultimo posto si resta in Sardegna con i 7,8 milioni di Medio Campidano (di cui 4,5 di parte municipale e 3,3 di competenza statale).

Nelle zone basse della classifica anche la Calabria che si aggiudica la terzultima e la quintultima posizione. Dove si collocano, rispettivamente, Vibo Valentia con 11,1 milioni (di cui circa 6 ai Comuni del circondario e 5,1 all'erario) e Crotone con 11,6 milioni (di cui 6,1 di competenza comunale e 5,4 di spettanza statale). Al quartultimo posto Isernia con 11,4 milioni, così ripartiti: 6,5 milioni sul territorio provinciale e 4,9 di destinazione erariale.
Fin qui i valori assoluti. Situazione molto diversa, come anticipato sopra, se si guarda agli importi per abitante. Al primo posto Aosta con un versamento pro capite di 347,1 euro. A seguire nella graduatoria delle province più care per il contribuente proprietario di immobili Savona (315,6 euro per abitante), Olbia-Tempio (287,3 euro), Imperia (246,8 euro) e Genova (243,7 euro). Mentre Roma (236,4 euro) e Milano (213,6) sono al sesto e al dodicesimo posto.
Un ribaltamento di posizioni che si giustifica soprattutto con una maggiore presenza di seconde case che, com'è noto, si vedono applicata un'aliquota quasi doppia rispetto alle prime. Senza contare che a dicembre questa classifica potrebbe riservare colpi di scena maggiori visto che il saldo del 17 dicembre andrà eseguito sulla base delle percentuali scelte dai sindaci e non su quelle di legge (4 per mille sull'abitazione principale e 7,6 per mille sugli altri immobili) com'è invece avvenuto a giugno.
Per quella data dovrebbe anche essere chiaro il destino dell'imposta municipale che dal 2013 dovrebbe passare interamente ai sindaci in cambio di una nuova "sforbiciata" al fondo di riequilibrio sul federalismo. Il confronto tra governo e Anci dovrebbe riprendere nei prossimi giorni, una volta che saranno resi noti i dati sul gettito a livello comunale.
A quel tavolo ci sarà anche un convitato di pietra: il taglio da 500 milioni quest'anno e 2 miliardi il prossimo che i municipi hanno subito con il decreto spending. Che i primi cittadini chiedono di rimodulare o almeno di non applicare in maniera "lineare".

Shopping24

Dai nostri archivi