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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2012 alle ore 16:23.

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«Al momento non c'è nessuna intenzione di ricorrere» al cosiddetto scudo anti-spread. È quanto riferiscono all'Ansa fonti qualificate di Governo. «Nessuno può escluderlo a priori per il futuro, ma al momento non se ne ravvisa la necessità», aggiungono le stesse fonti. La dichiarazione ufficiosa arriva dopo l'allarme lanciato da Olivier Blanchard, direttore del dipartimento di ricerca e consigliere economico del Fondo monetario internazionale, sui rischi che «peggiori il circolo vizioso» e che Italia e\o Spagna perdano «l'accesso ai mercati».

Nell'area euro, secondo il Fondo monetario, «è della massima importanza attuare pienamente» i recenti accordi su nuovi provvedimenti di stabilizzazione dei mercati, tra le quali vi è anche lo scudo antispread voluto dall'Italia. Le rinnovate tensioni sui debiti pubblici di vari paesi dell'Unione valutaria sono il principale fattore frenante dell'economia globale indicato nell'aggiornamento del World Economic Outlook.

L'istituzione di Washington afferma che i recenti accordi su nuovi meccanismi anti-crisi raggiunti dai leader europei sono «passi che vanno nella direzione giusta». Tra questi cita la possibilità di utilizzare il futuro fondo salva Stati Esm per effettuare salvataggi diretti anche delle banche. In più «i leader hanno riaffermato la volontà di prendere in considerazione acquisti di titoli di Stato sul mercato secondario da parte del Efsf e del Esm», con quello che viene comunemente chiamato scudo antispread, una proposta lanciata dall'Italia. «Fino a quando non saranno state prese tutte le misure necessarie - avverte il Fmi - la situazione delle economie dell'area euro continuerà ad essere precaria».

Eppure l'Italia riuscirà a riportare i conti in nero nel 2013, mettendo a segno un piccolo attivo strutturale di bilancio, pari allo 0,7% del Pil. Tuttavia questo sforzo non sarà ancora sufficiente a imprimere una traiettoria discendente al rapporto debito/Pil (che salirà dal 125,8% al 126,4%), gravato dalla recessione in corso e dal consistente contributo di Roma al fondo salva-stati.

Lo storico risultato per i conti pubblici tricolori è previsto dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale, che nell'ultimo aggiornamento del rapporto "Fiscal Monitor" descrivono un risultato migliore rispetto all'area euro. Lo 0,7% di attivo strutturale italiano (che non depurato dagli effetti del ciclo economico si tradurrebbe in un passivo dell'1,5%), si confronta infatti con un "rosso" dello 0,5% del Pil previsto per quest'anno, mentre i Paesi della moneta unica, presi nel loro complesso, il rapporto migliorerà in maniera più contenuta da un deficit del 2% a uno dell'1,4%.

«l deficit generale e quello depurato dagli effetti del ciclo per il 2012-13 - si legge nel rapporto Fmi - continua a essere largamente in linea con le previsioni. E le correzioni di bilancio dei prossimi due anni consentiranno alle autorità di governo di conseguire un piccolo attivo strutturale nel 2013 (a fronte di un obiettivo di un bilancio strutturale in pareggio)».

Va notato, ed è un dettaglio importante, che il saldo strutturale di bilancio è equivalente al saldo depurato dagli effetti del ciclo sottraendo anche le misure una-tantum. Misure queste ultime che non sono incluse nelle proiezioni del Fondo e che rendono i due aggregati equivalenti. Il Fondo Monetario, nel suo giudizio, dà anche conto di come proprio il pareggio strutturale dei conti italiani sia contemplato dal disegno di legge costituzionale che introduce il principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale.

E sottolinea come il Governo stia pensando a usare il meccanismo della spending review, la revisione delle voci di spesa pubblica, per identificare nuove fonti di risparmio per i conti pubblici italiani: già in una prima fase, approvata questo mese, sono stati approvati tagli di spesa per riequilibrare il precedente pacchetto di misure di risanamento allontanando ulteriori aumenti dell'imposizione fiscale.

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