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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2012 alle ore 17:17.

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Politecnici al top da Milano a TorinoPolitecnici al top da Milano a Torino

Gli studenti più puntuali d'Italia con la laurea sono quelli della Bocconi, mentre tra le statali primeggiano quelli di Pavia. L'ateneo preferito da chi vanta un giudizio al top alla maturità è la Luiss di Roma (e quella della Calabria fra le statali, ma occorre considerare anche le differenze territoriali nei voti medi), mentre quella che offre più docenti in rapporto agli studenti è Sassari. Il mix classico degli indicatori che guidano il ranking annuale del Sole 24 Ore però non ha dubbi: ai vertici nelle classifiche delle università statali ci sono i Politecnici di Milano e Torino, Modena e Reggio guida la graduatoria del poli «generalisti» mentre la palma fra le università non statali va alla Bocconi, seguita sul podio da San Raffaele e Luiss.

Dalla graduatoria, poi, emerge un'Italia accademica sempre più spaccata in due, con la parte bassa della classifica occupata quasi interamente dagli atenei meridionali e chiusa dai due poli «minori» di Napoli, la Parthenope e l'Orientale. Identica la geografia degli atenei non statali, con i punteggi più magri assegnati alla Kore di Enna, alla J. Monnet di Casamassima e alla Benincasa di Napoli.

Accanto alla classifica generale, chi ragiona sul proprio futuro universitario deve guardare con attenzione ai singoli parametri. Tasso di dispersione, rendimento e laurea nei tempi indicano l'efficienza dell'organizzazione, l'affollamento la possibilità di essere seguiti meglio, mentre i risultati occupazionali, anche in tempi difficili come questi, aiutano a capire le chance una volta chiusi i libri (e dipendono ovviamente anche dal mix di facoltà offerte dall'ateneo).

A incoronare i Politecnici è la continuità sui risultati. Nei primi sette parametri, che tastano il polso alla didattica (dall'attrattività all'efficienza della struttura, fino al successo occupazionale) il Politecnico di Milano non ha rivali. L'efficienza della struttura, misurata dal rapporto fra i crediti previsti dai piani di studio e quelli effettivamente ottenuti nell'anno dagli studenti (è l'indicatore «rendimento», ed è essenziale per capire se l'organizzazione dell'ateneo aiuta od ostacola gli studenti nel seguire una carriera ordinata), è ai massimi, come la percentuale da piena occupazione a tre anni dal titolo. Prestazioni più opache solo dal punto di vista dell'attrattività di studenti da fuori Regione, dove vince Ferrara favorita anche dalla collocazione geografica di confine, e nel rapporto numerico fra studenti e docenti, che in una struttura con molti iscritti tende a salire.

Praticamente nulla anche la dispersione, dove il Politecnico è battuto solo dalla Tuscia (aiutata però nell'esplosione degli iscritti al secondo anno di Scienze organizzative) e dallo Iuav. Isolando invece gli indicatori sulla ricerca, che interessano da vicino chi, scegliendo l'ateneo, guarda anche alle prospettive accademiche post lauream, il Politecnico di Torino fa un poco meglio, raggranellando 283 dei 300 punti disponibili (quello di Milano è comunque secondo a 270). A premiare i torinesi è in primo luogo la disponibilità di fondi per la ricerca scientifica per ogni docente (49mila euro contro 44mila di Milano), ma non sono da dimenticare le performance di piccoli atenei del CentroSud (da Reggio Calabria a Camerino, da Viterbo a Benevento) nella partecipazione ai bandi di ricerca di interesse nazionale. Tra le università generaliste, Pavia arriva prima nella didattica, Modena e Reggio nella ricerca.

Tra le non statali, la Bocconi ottiene invece ben quattro primati su dieci (attrattività, rendimento degli studenti, puntualità alla laurea e fondi per la ricerca), ma vanno segnalati anche i numeri della Cattolica che, penalizzata dal fatto di essere l'unico grande ateneo generalista del gruppo, riesce a piazzarsi bene in molti parametri.

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