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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2012 alle ore 16:03.

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La crisi europea rappresenta un forte fattore di rischio per l'economia americana. Nonostante i «passi costruttivi» che sono stati compiuti, per esempio per puntellare gli istituti spagnoli e aumentare la resistenza del sistema bancario europeo, «l'economia e i mercati finanziari europei restano sotto stress significativo, con rischio di impatto negativo sul resto del mondo, compresi gli Stati Uniti», ha detto il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, durante la testimonianza di metà anno alla commissione bancaria del Senato. Inoltre «la possibilità che la situazione in Europa peggiori ulteriormente rappresenta un notevole rischio per l'outlook».

«La crisi europea si può risolvere»
La Fed, ha detto Bernanke, resta in contatto con le controparti europee e, «sebbene le politiche siano complesse», ritiene che «le autorità europee abbiano le risorse necessarie per risolvere la crisi». Allo stesso tempo la Fed si è concentrata «sul miglioramento della resistenza del sistema finanziario americano a possibili shock, compresi quelli che potrebbero arrivare dall'Europa», motivo per cui prosegue il lavoro con le banche americane per ridurre i rischi associati all'esposizione alla crisi.

Nessuna indicazione su sostegni all'economia
Il numero uno della Fed non ha comunque dato indicazioni su ulteriori passi della Banca centrale a sostegno dell'economia, in questo senso deludendo le aspettative degli osservatori.

«Scandalo Libor preoccupante»
Lo scandalo sulla manipolazione del tasso interbancario Libor «è molto preoccupante« e mina la fiducia nel sistema finanziario. Lo afferma il presidente della Fed, sottolineando che l'allora presidente della Fed di New York, Timothy Geithner, aveva informato le autorità nel maggio 2008.

«Crescita Usa a tasso moderato»
La crescita economica americana probabilmente continuerà a un tasso moderato nei prossimi trimestri e aumenterà solo molto gradualmente, afferma il presidente della Fed, Ben Bernanke.

I rischi del «fiscal cliff»
Tra i fattori di rischio per l'economia americana c'é il cosiddetto fiscal cliff, il «precipizio fiscale» che sarebbe provocato dalla scadenza degli sgravi varati durante la presidenza Bush e che provocherebbe un rialzo delle tasse per gli americani. «Avrebbe un impatto molto negativo sull'economia americana», ha detto il presidente della Federal Reserve. Le politiche fiscali americane «sono su una via insostenibile» e lo sviluppo di un piano credibile di medio termine per ridurre il deficit «dovrebbe essere una priorità», ma i programmi di consolidamento fiscale dovrebbero essere messi in atto «in modo graduale».

«Pronti a fare di più per il lavoro»
Bernanke dice che la Fed è pronta a fare di più per creare posti di lavoro. «Riflettendo le sue preoccupazioni per la lentezza con cui si stanno facendo progressi nel ridurre occupazione e per i rischi al ribasso per la crescita economica - sostiene Bernanke nel documento preparato per la sua audizione al comitato bancario del Senato Usa - il Fomc ha chiarito al vertice di giugno che è pronto a prendere ulteriori azioni». Bernanke ribadisce che la ripresa Usa è rallentata dalle incertezze create dalla crisi del debito europeo e dalla politica di bilancio Usa. I progressi sul mercato del lavoro sono lenti in modo frustrante. Secondo Bernanke ci sono «modesti» segnali di miglioramento nel settore immobiliare. La fiducia delle famiglie «è relativamente bassa»: i recenti dati economici sono «relativamente deludenti».

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