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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 07:58.
PALERMO - Annuncia che chiederà formalmente su quali basi il presidente del Consiglio è arrivato alle conclusioni contenute nella lettera dell'altro giorno in cui gli chiedeva conferme sulle dimissioni il 31 luglio. Dice che chiederà di partecipare, a norma di Statuto speciale, al consiglio dei ministri per spiegare i quattro anni di governo. Lo farà con una lettera indirizzata a Mario Monti con il quale ha convenuto che si incontrerà il 24 luglio e già per quella data potrebbe presentarsi dimissionario. È solo un capitolo della conferenza stampa di ieri del presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo che si è presentato sventolando proprio la lettera di Monti ed è tornato sul tema dei conti della regione ma anche su alcune questioni politiche che, secondo lui, sarebbero alla base dell'attacco mediatico contro l'isola: «Avrò modo di chiarire al presidente Monti - ha detto Lombardo - la massa di equivoci e menzogne che si sono lette in questi giorni. La Regione siciliana non è a rischio default: c'è solo un problema di liquidità. Tutto il resto sono chiacchiere per nulla disinteressate. Il bilancio è certificato dalla Corte dei conti, e i nostri conti sono qualificati BAA2 dalle agenzie di rating, come il comune di Milano e di Venezia. Dietro di noi ci sono il Lazio, la Campania e il Molise». Il governatore siciliano liquida chi lo accusa di volere ancora prendere tempo respingendo l'ipotesi di un commissariamento: «Per quanto mi riguarda è come se mi fossi dimesso ieri. Non voglio però che la Sicilia diventi merce di scambio, in caso di elezioni contemporanee con le politiche, per un ministero in più. Si deve votare prima».
Lombardo si difende attaccando: «Se c'è qualcuno che non vuole le mie dimissioni per evitare di andare al voto a ottobre ebbene si sbaglia: io ribadisco che mi dimetterò il 31 anzi forse lo farò addirittura prima magari arrivando all'incontro con Monti dimissionario». Il governatore siciliano ne ha per tutti: per il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, per il leader dell'Udc Pierferdinando Casini: «L'Udc vuole rimettere le mani sulla Sicilia. Sono pronto a confrontarmi con Casini, anche sui sette anni precedenti ai miei fatti di termovalorizzatori e quant'altro – dice Lombardo – con i ragazzini (riferendosi al Gianpiero D'Alia, leader dell'Udc nell'isola ndr) non parlo». Riferendosi alle dichiarazioni di Mario Borghezio sulla Sicilia dice: «Auspichiamo che la Sicilia possa staccarsi in modo da incassare noi i 10 miliardi di accise sulla produzione di idrocarburi in Sicilia che ci consentirebbero di abbassare le imposte e di dare maggiori garanzie ai nostri cittadini». Altra bordata alla stampa: «Quereleremo quei giornali, i particolare Il Giornale e Libero i quali hanno scritto che la Sicilia è in default».
C'è poi il capitolo dedicato agli imprenditori: «Vorrei che taluni imprenditori facessero davvero il bene della Sicilia. Perché non fanno le cose positive invece di dire certe cose?». E sempre riferendosi agli imprenditori dice: «Se qualche pseudoimprenditore vuole che io licenzi 50mila padri di famiglia io dico: vada a morire ammazzato». Una frase che scatena critiche da tutte le parti perché sembra riferita a Lo Bello. Il quale dice: «Credo che il presidente della Regione Lombardo sia un uomo in grave difficoltà, anche psicologica. Per cercare di aiutarlo – ha detto - lo posso invitare in azienda da me, anche perché sto nello stesso posto da cinquant'anni, anche se sono consapevole di quanto Lombardo sia refrattario rispetto alle aziende, avendo lavorato in questi anni per penalizzare il sistema delle imprese, tranne qualcuno, come la Basilotta (Vincenzo, imprenditore condannato per mafia ndr). Per quanto riguarda l'epiteto "vada a morire ammazzato" voglio sperare che lo abbia detto in un momento di smarrimento, altrimenti sarebbe molto grave tenuto conto delle sue frequentazioni» riferendosi ovviamente alle inchieste per mafia che coinvolgono il presidente della regione. In serata Lombardo chiarirà che con quella frase non si riferiva al vicepresidente degli industriali.
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