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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2012 alle ore 17:07.

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Mons. Ettore Balestrero (Ap)Mons. Ettore Balestrero (Ap)

Non si trattava di un esame dove si è promossi o bocciati, ma di certo il mondo finanziario lo attendeva come tale. Il rapporto di Moneyval - l'organismo del Consiglio d'Europa che valuta le legislazioni in tema di lotta al riciclaggio - "promuove" di stretta misura la Santa Sede, ma chiede sostanziali rafforzamenti della normativa in molti punti, compreso il controllo dello Ior.

La valutazione compressiva sui 16 punti chiave chiesti dal Gruppo d'azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali (Gafi) è superata, ma i punti oscuri restano, e la Santa Sede assicura attraverso il suo capo-delegazione monsignor Ettore Balestrero - prelato molto in crescita in Curia e di stretta fiducia del cardinale Bertone - che le modifiche saranno fatte. Il dato comunque significativo è che in meno di 20 mesi il Vaticano ha messo in piedi una struttura normativa che prima d'ora era inesistente, e quindi quello di oggi può comunque essere considerato un passo molto importante, anche se non definitivo.

«Il Vaticano non è una piazza finanziaria» ha detto Balestrero, come a ribadire che lo Ior o le altre strutture finanziarie della Santa Sede - Governatorato, Apsa, Propaganda Fide - canalizzano tutte le attività a fini di carità. Purtroppo, molte diffidenze in questo senso devono essere superate, visto che di scandali ce ne sono stati tanti, e anche in tempi non troppo lontani, che hanno accreditato l'immagine di un "Paradiso fiscale" con sede oltre le mura leonine.

Non è un caso che indiscrezioni della vigilia abbiano messo in luce come da parte delle autorità italiane - Bankitalia in testa - vi fossero delle perplessità sull'impianto generale della legge. Perplessità avanzate all'inizio dell'anno anche dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell'Aif, l'ente antiriciclaggio del Vaticano nato ad aprile 2011 che ha visto ridimensionati i suoi poteri dalla seconda riforma del gennaio 2012 (la prima è di fine 2010): lo stesso Moneyval parla di nuovi interventi da apportare per dare più forza all'authority.

Inoltre il Consiglio d'Europa fa notare che «46 organizzazioni senza scopo di lucro operano all'interno della Santa Sede/Stato della Città del Vaticano. Le responsabilità dell'Aif dovrebbero essere estese al monitoraggio di questo settore». Come a dire che non si devono essere aree grigie che possano restare fuori dai perimetri di monitoraggio.
La strada per la "white list" dell'Ocse è ancora un po' lontana, ma un primo passo è stato senz'altro compiuto. Ora nell'agenda vaticana c'è la nomina del nuovo presidente dello Ior, che pare sia stata rimandata a dopo il rientro del papa da Castelgandolfo, a fine settembre. Ma le liste dei candidati sono da tempo in via di preparazione.

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