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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 08:07.

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Il Governo è pronto ad avviare subito la "fase due" delle semplificazioni. Un nuovo pacchetto di misure, tarate soprattutto sull'edilizia, è in avanzato stato di definizione. E tra oggi e domani potrebbe essere inserito con un emendamento ad hoc nel decreto sviluppo, all'esame delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Anche se resta aperta l'ipotesi di un provvedimento mirato da varare nei prossimi giorni. Tre i pilastri su cui poggiano gli interventi su cui sta lavorando da diversi giorni il Governo d'intesa con Regioni, enti locali e parti sociali: sportello unico per l'edilizia rafforzato, semplificazione del permesso di costruire e acquisizione d'ufficio della documentazione amministrativa già in possesso degli uffici pubblici.

A queste misure si aggiungerebbero altri interventi di sburocratizzazione per facilitare la definizione dei contratti nel settore delle costruzioni e per ridurre i passaggi amministrativi nell'intero settore dell'edilizia. Il ministero della Pubblica amministrazione, che ha gestito il grosso dell'operazione, e quello delle Infrastrutture starebbe apportando gli ultimi ritocchi prima di dare l'ok definitivo all'intervento.

Ma appare già chiaro che se il pacchetto sarà presentato dal Governo nell'attuale configurazione, il cuore della nuova fase di semplificazione sarà rappresentato dallo sportello unico per l'edilizia che funzionerebbe quasi a 360 gradi. Attualmente questo strumento anti-burocrazia funziona solo per un numero limitato di atti. Con le nuove misure la gamma di procedure, adempimenti e autorizzazioni gestita verrebbe sensibilmente ampliata. Tra le ipotesi allo studio c'è anche quello della Valutazione di impatto ambientale (Via) "standardizzata", senza più distinzioni tra livello nazionale e regionale. Ma nelle ultime ore questa opzione sembra aver perso quota. Il lavoro compiuto dall'Esecutivo in sinergia con i governatori, anche sulla base delle indicazioni provenienti dalle imprese, ha comunque consentito di mettere a punto altri interventi. A cominciare dalla semplificazione del permesso di costruire cui si aggiungerebbe un'altra sburocratizzazione delle procedure sulla demolizione delle costruzioni. Un sensibile cambiamento di rotta ci sarebbe sul fronte documentazione: gli atti già in possesso della Pa verrebbero considerati acquisiti d'ufficio.

Già ieri sembrava che il nuovo pacchetto di semplificazioni fosse pronto ad entrare nel decreto sviluppo. Ma alla fine è stato deciso di valutare se ricorrere oggi o domani a un emendamento ad hoc dei relatori del provvedimento alla Camera, Raffaele Vignali (Pdl) e Alberto Fluvi (Pd). Sempre oggi dovrebbe essere presentato dai relatori l'emendamento sul rafforzamento dell'Iva per cassa.

Intanto ieri le commissioni hanno lavorato fino a tarda notte ma con diversi stop and go per un lungo braccio di ferro tra Lega e maggioranza sulle misure sul terremoto per l'Abruzzo. Per effetto dell'approvazione di due sub-emendamenti (presentati rispettivamente da Udc e Pd e Pdl e Idv) all'emendamento originario del ministro Fabrizio Barca sono stati esclusi dal patto di stabilità interno i fondi che i Comuni dell'Abruzzo spenderanno per la ricostruzione post terremoto, con il passaggio dalla gestione commissariale a quella ordinaria. Ma il Carroccio ha continuato a fare ostruzionismo chiedendo che venissero discussi anche gli emendamenti sul sisma in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Prima della maratona notturna le commissioni hanno comunque approvato qualche altro ritocco: la velocizzazione delle procedure per realizzare le opere di Expo 2015; la remunerazione dei servizi di flessibilità energetica offerti dagli impianti appositi che entrano in funzione quando quelli a energia rinnovabile "staccano"; l'istituzione a Palazzo Chigi del Comitato per le politiche urbane (Cipu) che coordinerà l'azione delle amministrazioni centrali e di quelle locali. La commissione Giustizia, nel suo parere al Dl, ha chiesto di «riscrivere» la norma sull'udienza filtro in appello, voluta dal ministro Severino per accorciare la definizione dei processi civili.

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