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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 11:37.

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Un'accoglienza così calorosa, diciamo la verità, Zlatan Ibrahimovic non l'aveva mai ricevuta. Nel giorno in cui ha coronato un altro «sogno» della sua carriera di centravanti girovago e pluridecorato, sbarcando nella Ville Lumière, si è trovato sottoposto al pressing di un marcatore insolito quanto implacabile.

Nemmeno il tempo di apporre il suo autografo sul contratto con il Paris Saint Germain che già la portavoce del governo francese, Najat Vallaud-Belkacem, si affrettava a iscrivere una salatissima ipoteca a mezzo stampa sul suo lauto compenso (si parla di circa 14 milioni di euro l'anno). La Vallaud-Belkacem non ha fatto ricorso a perifrasi: «Credo che la retribuzione di questo giocatore abbia scioccato molte persone e quindi mi sembra naturale che possa contribuire allo sforzo collettivo - ha detto, in una conferenza stampa a margine del Consiglio dei ministri -. Non c'è motivo che gli sportivi siano esonerati dalla nuova aliquota eccezionale al 75% per i redditi superiori a un milione di euro».

Il Fisco sembra essere, dunque, l'unico difensore che l'ex milanista non riesce a dribblare. Abbandonata l'Italia dove non vedeva più «un futuro» e lasciatosi alle spalle quel contributo di solidarietà (43%) che tante polemiche aveva suscitato nell'opinione pubblica della Penisola, il campione svedese rischia di vedersi presto abbattere il conto in banca dalla mannaia della super aliquota francese del 75% annunciata dal nuovo presidente francese Francois Hollande. L'introduzione di questa tassa sui redditi che superano il milione verrà discussa in autunno dal Parlamento.

Se dovesse essere approvata senza un tetto massimo – ipotesi peraltro poco probabile – potrebbe, in effetti, snellire di molto lo stipendio degli atleti attratti negli ultimi due anni dalla nouvelle vague della proprietà qatariota dello sceicco Al Thani. Al solo Ibra il prelievo extra potrebbe costare 10 milioni di euro (l'aliquota più alta Oltralpe è per ora al 40%). A Thiago Silva (che ha un ingaggio di 7,5 milioni) oltre 5 milioni l'anno e al Pocho Lavezzi (4 milioni a stagione di salario), 3. In Francia si profila, insomma, una versione rovesciata della legge Beckhman (aliquota al 24% per i lavoratori stranieri con introiti sopra i 600mila euro) che tra il 2005 e il 2010 ha attirato in Spagna i fuoriclasse del pallone.

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