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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2012 alle ore 06:37.

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Il Parlamento tedesco ha approvato ieri a larghissima maggioranza il prestito alla Spagna per la ricapitalizzazione delle banche, ma ancora una volta sui temi europei il cancelliere Angela Merkel ha avuto bisogno del sostegno decisivo dei principali partiti di opposizione.

Ventidue parlamentari della coalizione di Governo (democristiani e liberaldemocratici) hanno votato contro la misura, che doveva essere approvata in tempo per la riunione dell'Eurogruppo di oggi, dove verranno varati gli aiuti alla Spagna per 100 miliardi di euro. In tutto i sì sono stati 473, i no 97 e gli astenuti 13. In base a una pronuncia della Corte costituzionale tedesca, il Bundestag deve pronunciarsi su ogni decisione del Governo tedesco in sede europea. È la decima volta dall'inizio della crisi dell'Eurozona che il Parlamento di Berlino viene chiamato a votare. In questa occasione, i deputati sono stati richiamati appositamente dalla ferie estive. In due votazioni precedenti, sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia e sul patto fiscale e il fondo salva-Stati Esm, è già successo che alla signora Merkel venisse meno, dai partiti della sua coalizione, la cosiddetta "maggioranza del cancelliere", i 311 voti necessari per l'approvazione e che questa arrivasse solo grazie al contributo delle opposizioni. Nel secondo caso, il mese scorso, i dissidenti su fiscal compact ed Esm sono stati 26.

Il Governo, ha sottolineato ieri in aula il capogruppo socialdemocratico, Frank Walter Steinmeier, ce la fa solo grazie al senso di responsabilità dei partiti di opposizione. Si tratta per il cancelliere di un problema politico notevole, ma d'altra parte la sua popolarità non sembra esserne scalfita: secondo tutti i sondaggi, i due terzi circa dei tedeschi approvano la gestione della crisi da parte della signora Merkel.
Steinmeier ha dichiarato che il mancato appoggio della Germania al prestito per la Spagna avrebbe potuto avere conseguenze «catastrofiche» per l'Eurozona, ma ha anche accusato il Governo di «ingannare il popolo», in quanto ogni volta indica nuovi limiti al coinvolgimento tedesco negli interventi europei, limiti che poi non vengono mai rispettati. La Germania fornisce poco meno del 30% del totale del pacchetto spagnolo. Questo passerà attraverso il fondo salva-Stati Efsf, che continua a operare mentre l'approvazione dell'Esm è bloccata dall'esame della Corte costituzionale tedesca, la quale non si pronuncerà prima del 12 settembre.

Il Governo ha assicurato ai deputati che quando il prestito alla Spagna verrà trasferito dall'Efsf all'Esm, sulla base dell'accordo raggiunto a fine giugno al vertice europeo di Bruxelles, il Bundestag sarà chiamato a dare nuovamente la sua approvazione. I deputati volevano però essere rassicurati soprattutto sul fatto che il Governo di Madrid, e non le singole banche, resterà responsabile della restituzione dei fondi. Il vertice europeo ha deciso che le risorse dell'Esm potranno essere utilizzate per ricapitalizzare direttamente le banche, con l'intento di interrompere la spirale negativa fra debito sovrano e problemi delle banche. Ma questo non sarà possibile fino a quando non verrà creata una vigilanza europea comune sugli istituti di credito, il che non si prevede possa avvenire almeno fino al 2013.

Il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, prima in un incontro con i deputati e poi nel suo discorso in aula prima del voto, ha ribadito che «è la Spagna che ha chiesto gli aiuti, la Spagna che li riceverà, la Spagna che garantisce per il rimborso dei fondi». Il ministro ha spiegato che la Germania ha un forte interesse nel sostenere il sistema bancario spagnolo, fortemente indebolito dallo scoppio della bolla immobiliare, in quanto «ci sono dubbi nei mercati finanziari che la Spagna possa risolvere i problemi delle sue banche senza mettere a repentaglio la sua stessa solvibilità». Questo, secondo Schaeuble, fa sì che «il problema del sistema bancario spagnolo sia un problema di stabilità finanziaria dell'intera Eurozona».

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