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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2012 alle ore 20:14.

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Daniel RicciardoDaniel Ricciardo

Ricciardo, che a Hockenheim farà la sua ventesima partenza in una gara ufficiale del circus di Ecclestone, è un pilota ancora alle prime armi in Formula 1 ed è perfettamente cosciente del cambiamento che sta vivendo in questi ultimissimi anni. La generazione in cui è cresciuto ha beneficiato della tecnologia e dei regolamenti che rendono le auto più sicure e meno distanti fra di loro, per cui l'italo-australiano è contento di essere un pilota nella massima serie di oggi: "Per me guidare una monoposto con meno elettronica sarebbe bello, magari anche più divertente ma certamente più pericoloso. Ora la sicurezza è aumentata tanto rispetto a vent'anni fa ed è l'aspetto più importante per noi piloti. Trovo molto positivo anche il fatto di essere facilitati nei sorpassi: ma questo non vuol dire che il pilota non faccia più la differenza, basta vedere cosa succede nelle gare con pioggia. La Formula 1 è e sarà sempre impegnata a evolversi e cambiare, ma devo dire che mi diverto così com'è è lo sport più bello che conosca."

E a proposito del fatto che il distacco fra il primo e un pilota di metà classifica di oggi era quello fra il primo e il secondo di qualche decennio fa, Daniel è particolarmente convinto che sia un bene: "More close is better… Per esempio, tutti pensano che i kart siano le corse più divertenti per questo motivo. Tutti i team in Formula 1 provano a essere vicini. La vicinanza non è solo più eccitante per gli spettatori: lo è soprattutto per i piloti. Correre da soli non è mai divertente, è molto meglio essere in battaglia."

Certo è che la lotta più grande in Formula 1, quando si è agli inizi, è quella di qualificarsi: in seguito bisogna fare esperienza e poi, naturalmente, andare a punti. Lo sa bene Daniel, che ha avuto un valido aiuto da Liuzzi nelle sue primissime gare del 2011, mentre quest'anno, già all'inizio di stagione, proprio nella pista australiana, ha ottenuto il nono posto, attualmente il miglior risultato in carriera. "In HRT ho mosso i primi passi ma in Toro Rosso mi tenevano sempre d'occhio, osservando i miei progressi e premiando a metà stagione il mio potenziale offrendomi una chance, con una macchina e un team più veloci ed esperti. Vivere il mondo Toro Rosso è un'occasione molto importante per piloti giovani come me e Jean Eric (Vergne): tanti piloti con i quali hanno lavorato a Faenza si sono fatti le ossa qui, ricevendo importanti insegnamenti. In questa scuderia abbiamo le perfette risorse per crescere e migliorarci. Basta vedere il grande lavoro che hanno fatto con Vettel: ha mosso i primi passi in questo team, vincendo anche una memorabile Gran Premio a Monza, e in seguito è stato incoronato per due volte come campione del mondo. Il mio approccio di quest'anno è quindi realistico è logico. Ho visto accadere tutto questo e sappiamo che può ancora ripetersi. Quello che dobbiamo fare è lavorare sodo perché il team ha i corretti tool che ci permettono di evolvere e di far diventare anche noi campioni."

Diventare piloti al vertice così presto, oltre alla velocità, è una questione di carattere. Questi i consigli per i giovani che volessero provarci: "Servono innanzitutto molta determinazione e capacità di concentramento. È bene che figli e genitori sappiano che il momento più difficile nella carriera di un pilota è quando ha 18 o 19 anni. È il punto in cui tutto può cambiare, ma è anche l'età in cui si impara a conoscere la vita: si va alle feste, si ha libertà di movimento, si conosce tanta gente. Un dettaglio, una scelta può determinare tutto. È questo il momento di capire chi sei veramente: se vuoi diventare qualcuno devi impegnarti pienamente nella carriera, senza distrazioni. Bisogna capire che questo sport richiede una forte dedizione: gli amici vanno al secondo posto, perché al primo c'è il tuo sogno. Lo merita. E bisogna sapere guardare avanti con spirito di sacrificio anche per diversi anni. Ma dopo aver trascurato amici e affetti per qualche anno, forse, li potrete ripagare con il biglietto per un Gran Premio di Formula 1."

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