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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2012 alle ore 20:13.
Sono passati due mesi dall'arresto di Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di essersi impossessato di documenti riservati di Benedetto XVI, 59 giorni che hanno sconvolto il Vaticano, al centro dell'attenzione mediatica anche per la sfiducia contro il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi votata dal board della banca vaticana. Due avvenimenti tra i quali non c'è «nessun legame» ma che si sono succeduti in tempi molto ravvicinati.
MERCOLEDÌ 23 MAGGIO: Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI viene arrestato dagli uomini della Gendarmeria vaticana.
GIOVEDÌ 24 MAGGIO: Gabriele ha già passato la sua prima notte nella cella di sicurezza nel palazzo del Tribunale, ma la notizia non si è ancora diffusa. Nel pomeriggio invece si apprende della sfiducia di Gotti Tedeschi.
VENERDÌ 26 MAGGIO: Già al mattino si diffonde la voce di un arresto nell'ambito dell'inchiesta sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano, iniziata a gennaio con il caso Viganò. E in tarda mattina viene pubblicato il nome del maggiordomo, Paolo Gabriele, che il Vaticano non conferma.
SABATO 27 MAGGIO: Padre Federico Lombardi annuncia che c'è stato un arresto per la fuga di documenti riservati e, essendosi conclusa la «istruttoria sommaria» e apertasi quella «formale», può ufficializzare il nome dell'indagato: è Gabriele. È cittadino vaticano, abita in Vaticano a casa sua sono stati trovati documenti riservati, quindi l'indagine è interamente del piccolo Stato: l'istruttoria è affidata a Piero Antonio Bonnet.
DOMENICA 27 MAGGIO: Mentre sui media si rincorrono ipotesi sulle indagini contro il maggiordomo, il Papa celebra la messa di Pentecoste con un forte richiamo alla «unita», affinchè lo spirito di comunione della Pentecoste vinca la «Babele» delle «divisioni e inimicizie».
LUNEDÌ 28 MAGGIO: Le indagini proseguono e la commissione dei cardinali è al lavoro, precisa padre Federico Lombardi, confermando che «al momento» non ci sono altri indagati oltre al maggiordomo e «smentendo categoricamente» che sia in indagato un cardinale, «nè italiano nè non italiano» e che sia indagata una donna. Il Papa è «ovviamente informato», e anche in questo caso la linea è quella della «trasparenza».
MERCOLEDÌ 30 MAGGIO: Gli avvocati di Gabriele annunciano che a «breve» sar… presentata istanza per i domiciliari.
GIOVEDÌ 31 MAGGIO: Inchiesta va avanti, ma Gabriele rimane l'unico indagato. Si considera l'ipotesi di rogatorie verso l'Italia.
GIOVEDÌ 5 GIUGNO: Proseguono gli interrogatori di Gabriele, che «collabora» con i magistrati.
VENERDÌ 6 GIUGNO: Nuovo interrogatorio del maggiordomo che non è stato licenziato e che pur in arresto continua a percepire il suo stipendio.
LUNEDÌ 18 GIUGNO: Parallelamente all'inchiesta giudiziaria, prosegue il lavoro della commissione cardinalizia composta da Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Jozef Tomko, che Benedetto XVI ha incaricato fin da aprile di sovrintendere l'inchiesta sulla fuga di documenti riservati. Sono decine le persone sentite.
DOMENICA 1 LUGLIO: 40 giorni di carcere per Gabriele.
GIOVEDÌ 12 LUGLIO: Paolo Gabriele resta in cella nonostante sia scaduto il primo termine di 50 giorni previsto in Vaticano per la custodia cautelare, a partire dall'arresto avvenuto il 23 maggio.
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