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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2012 alle ore 19:29.

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La terza pista che la Sea sta progettando per Malpensa preoccupa gli abitanti dell'Ovest Ticino. Le rotte previste dal Masterplan di sviluppo puntano, infatti, tutte sui comuni di Pombia, Oleggio e Marano Ticino, a un tiro di schioppo da Novara e dalle aziende petrolchimiche di Trecate. Così dal Novarese si alza un coro di proteste contro il piano.

«Che Malpensa si espanda ci può andare bene, favorirebbe lo sviluppo economico del territorio, ma non a scapito dell'ambiente e della nostra qualità della vita», ha detto nei giorni scorsi Antonio Tenace, l'assessore provinciale novarese che ha la delega ai problemi legati a Malpensa, precisando che «con la localizzazione della terza pista a Sud-Ovest, di fronte al nostro territorio, ed alla scelta della rotta 280 per gli aerei, ci troveremo tutti i velivoli sopra i nostri paesi». Assolutamente contrario alla terza pista anche il sindaco di Piomba, Giovanni Grazioli: «Dopo tante lotte si era riusciti ad ottenere una distribuzione equa. Il nuovo piano azzera tutto.anche perché le stime di Sea finora si sono rivelate eccessive; Malpensa ha perso molti passeggeri, quindi che senso ha costruire una pista nuova?». Un "No al Master Plan e alla terza pista" è arrivato anche da Pd, Idv e Sel di Gallarate. I tre partiti chiedono ai cittadini di «esprimere parere ambientale negativo sullo studio di Impatto Ambientale e l'attivazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica».
La realizzazione della terza pista - e di un grande centro cargo a Lonate Pozzolo - è legata all'ipotesi di un aumento dei passeggeri da qui al 2030 dagli attuali 19 a 40 milioni di passeggeri l'anno.

Aeroporto in attesa di rilancio
L'aeroporto di Malpensa non riesce, dunque, a trovare pace. Nato con grandi ambizioni - diventare l'hub del Mediterraneo - l'aeroporto è finito poi in balia di decisioni politiche non sempre del tutto trasparenti. Eppure i numeri continuano ad essere importanti: ben 19 milioni di passeggeri trasportati nel 2011, 460mila tonnellate di merci transitate nello scalo nello stesso anno, 5.000 dipendenti Sea (18mila quelli totali dello scalo che salgono a 90mila con l'indotto). Numeri che ne fanno un asset importante non solo per Varese e la Lombardia, ma per l'intero Paese.
Un asset però troppo a lungo trascurato o comunque non valorizzato in modo adeguato. La situazione operativa, vale a dire il numero dei voli, resta infatti ampiamente al di sotto delle potenzialità e degli obiettivi. Colpa, anche, della crisi internazionale, giunta ormai al quinto anno.
Crisi che, ha sottolineato di recente il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, riguarda il trasporto aereo a livello europeo. I due principali attori Air France-Klm e Lufthansa hanno perso 800 milioni di euro, anche se c'è chi guadagna, come la compagnia Emirates». Non a caso, ha evidenziato il numero uno della società che gestisce gli scali aeroportuali milanesi, «Iata ha annunciato una perdita totale enorme per il 2012».

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