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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2012 alle ore 14:19.

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Salto in avanti per le spese di Facebook nell'attività di sensibilizzazione verso la politica negli Stati Uniti: da aprile a giugno ha versato 960mila dollari, 310mila in più rispetto al trimestre precedente. Anche altre aziende del settore high tech hanno aumentato il loro budget destinato all'attività di lobbying a Washington.

Dai documenti dell'archivio della Camera dei rappresentanti emerge che per il social network gli argomenti sul tavolo di discussione erano collegati alla riservatezza personale online, alla pubblicità, alla sicurezza su internet. Un tema aperto è stato la protezione degli utenti dalla richiesta dei loro datori di lavoro di consegnare la password per accedere alla rete sociale sul web. Un altro capitolo, invece, era dedicato alla formazione per l'uso dei social network in modo da ridurre i consumi energetici. Mercoledi, inoltre, è prevista la comunicazione dei risultati di Facebook dopo la quotazione in Borsa: sarà un'occasione per valutare i primi due mesi sui listini finanziari.

In direzione di Washington guardano anche altri big di internet e delle tecnologie. Il fattore comune è nella richiesta di facilitazioni per l'arrivo di cervelli dall'estero che siano in grado di alimentare la macchina dell'innovazione. A investire 3,9 milioni di dollari nel secondo trimestre dell'anno è stata Google, in diminuzione rispetto ai cinque milioni di dollari dei tre mesi precedenti: i temi di confronto sono sicurezza, privacy, libertà di espressione. Nelle telecomunicazioni punta su banda larga e uso delle frequenze. E discute dei veicoli con tecnologie per la guida autonoma. Da aprile a giugno, invece, Microsoft ha versato due milioni di dollari, con un aumento di 210mila dollari se paragonato al trimestre antecedente. I testi resi noti dalla Camera dei rappresentanti rivelano che gli argomenti sono stati la tutela dei brevetti, le misure di applicazione del copyright, la protezione online, l'open government. Altre voci riguardano la salute e l'efficienza energetica. Apple, invece, ha speso 470mila dollari, 30mila in meno da inizio anno: a privacy e competitività affianca le discussioni sull'editoria digitale. Un capitolo riguarda le tecnologie verdi, ad esempio per i rifiuti elettronici e la sostenibilità della filiera di produzione.

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