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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2012 alle ore 14:31.

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"Un commissario in Sicilia? Sarebbe illecito, non sta né in cielo né in terra". Così il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, ospite di "24 Mattino" alla vigilia dell'incontro con il premier Monti per parlare della situazione finanziaria della Regione. "L'idea di un commissario - ha detto Lombardo - sarebbe illegittima, sarebbe un capriccio per volere assecondare alcune forze politiche e mi riferisco all'Udc che non vede l'ora di rimettere mano sulla Sicilia. Se ci fossero le condizioni sarei il primo a invocarlo. Ma siccome sul piano politico e morale abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo e questo Monti lo sa e glielo dirò, non starebbe né in cielo né in terra"..

Lombardo ha aggiunto: "Dirò a Monti che sebbene la situazione sia difficile, i nostri conti tengono. Abbiamo un debito di 6 miliardi a fronte di un Pil di 80 miliardi, abbiamo un debito che pesa per il 7% sul Pil, quello dell'Italia pesa per il 120%. Il vero problema per noi è quello della liquidità, avere il contante per pagare i fornitori. Ci è dovuto un miliardo di euro, spero che arrivino. Abbiamo prospettato di lavorare perché in un arco di tempo ragionevole, direi 3 più 3 anni, si possa uscire da questa situazione di crisi". Lombardo non si è detto preoccupato per il fatto che Standard and Poor's abbia deciso di sospendere il giudizio sui conti della Regione: "Questo - ha detto - è il frutto della campagna di aggressione contro la Sicilia. Se si diffonde la voce che un padre di famiglia stia fallendo o è fallito, una banca sicuramente non fa credito ed è quello che rischiamo per la Regione".

Per questo Lombardo ha confermato le querele ai quotidiano Libero e il Giornale che avevano titolato in tal senso: "E' naturale. Chiediamo un miliardo a testa, o 500 milioni a testa, questo è poco significativo. Queste campagne oltre a nuocere alla Sicilia fanno male all'Italia, come si vede". Lombardo ha confermato anche la volontà di dimettersi il 31 luglio ma con tono sibillino: "E' una volontà che ho espresso 100 volte, che annuncerò in Assemblea regionale il 31 luglio e che dovrebbe portarci alle elezioni il 28-29 ottobre. Uso il condizionale perché siamo nelle mani di Dio, io sono credente… Mettiamo che mi succeda qualcosa prima, allora in questo caso le elezioni vengono ulteriormente anticipate". Sulla accusa di avere troppi dipendenti, Lombardo ha replicato: "Certo la spesa corrente incide molto, ma noi l'abbiamo ridotta del 20% in 4 anni.

Mi si crocifigge per i precari e i forestali, io questa gente l'ho trovata e fino a prova contraria questa gente non la si licenzia e non la si uccide. Abbiamo 16500 dipendenti, certo sono troppi ma 11mila di costoro sono impegnati in funzioni e uffici che nelle altre Regioni a statuto ordinario sono coperte dallo Stato. E allora togliamo l'Autonomia? No - ha risposto Lombardo - capisco che questa grancassa è stata sollevata per eliminare l'autonomia che dà fastidio. Riconosco che è stata usata male, ma non va tolta". Infine Lombardo non ha rivelato chi fosse lo ‘pseudo–industriale che può andare a morire ammazzato' a cui aveva fatto riferimento nei giorni scorsi: "Non è Lo Bello - ha detto però Lombardo a Radio 24 - ma c'è un imprenditore il quale dice che dobbiamo ammazzare i dipendenti regionali perché non fanno niente. Bene, licenziarli è come se li si ammazzasse. E allora io dico: ‘Ma vai a morire ammazzato tu piuttosto', ho una grande confidenza con quest'uomo per poterglielo dire. Ma non dico chi è, si figuri".

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