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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2012 alle ore 20:34.

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Il Governo ha posto in Aula alla Camera la fiducia sul decreto legge sviluppo nel nuovo testo riapprovato questa mattina dalle commissioni Finanze e Attività produttive per recepire le modifiche chieste dalla commissione Bilancio. La conferenza dei capigruppo ha quindi fissato l'inizo delle operazioni di voto per le 10 di domani mattina, dopo le dichiarazioni dei parlamentari previste in apertura di seduta. La votazione finale sul decreto, che passa al Senato, si terrà sempre domani, in serata, preceduta da un nuovo round di dichiarazioni di voto.

L'annuncio del voto di fiducia é stato dato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Insolitamente accelerati i tempi: la fiducia é stata posta appena iniziata la seduta, senza lasciare spazio a interventi per illustrare gli emendamenti. Tempi e modalità del voto sulla fiducia, che normalmente e salvo intese unanimi fra i gruppi parlamentari avviene a 24 ore dall'apposizione, sono stati poi definiti dalla Conferenza dei capigruppo subito convocata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini.

«Per la crescita non ci sono scorciatoie: bisogna lavorare umilmente e pazientemente su tutte le leve». Queste il commento del ministro per lo sviluppo Economico Corrado Passera, espresso ieri pomeriggio a chiusura a chiusura della discussione generale sul provvedimento. Il decreto, ha spiegato Passera nel suo intervento, «fa parte di un lavoro iniziato con il primo decreto del Governo, il Salva Italia, e non è provvedimento di una 'Fase 2' rispetto ad una 'Fase 1: «È un lavoro lungo, spesso ingrato che però, assieme al Parlamento, ha portato a dei risultati».

Per uno dei relatori, Raffaello Vignali (Pdl), «Il decreto Sviluppo reca numerose disposizioni per il sostegno delle imprese e per il rilancio della crescita del Paese: questo provvedimento finalmente fornisce risposte attese con grande intensità e da molto tempo dal mondo delle micro, piccole e medie imprese che sono realmente la forza della nostra economia». Lo spostamento del pagamento dell'Iva al momento in cui si incassano effettivamente i corrispettivi, e non più all'emissione della fattura, ha sottolineato, «varrà per tutte le micro imprese che hanno un volume d'affari fino a 2 milioni di euro. Il beneficio va a vantaggio della liquidità per le piccole imprese fornitrici, che oggi "fanno da banca" ai clienti e allo Stato».

Il nuovo sportello unico dell'edilizia, consentirà invece «di abbreviare i termini delle procedure, nel pieno rispetto della normativa ambientale e dei beni culturali, unitamente agli incentivi alle ristrutturazioni del 50% e del 55%».

Tra le osservazioni contenute nel parere favorevole al decreto trasmesso nel pomeriggio di ieri dalla commissione Bilancio della Camera, anche il drastico taglio dei fondi per il credito d'imposta alle aziende nelle zone terremotate dell'Emilia e della Lombardia. A disposizione solo 10 milioni di euro l'anno per il periodo 2013-2015, per un totale di 30 milioni, rispetto ai 300 previsti nell'emendamento che ha introdotto la misura. Il primo anno sarà finanziato prendendo i fondi della cosiddetta "legge mancia" e gli altri due dagli incentivi per le auto elettriche.

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