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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2012 alle ore 17:06.

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«La farmacia italiana rispetta da anni il tetto di spesa programmato. Gli sprechi della sanità sono altrove. Giovedì 26 le farmacie resteranno chiuse e la chiusura sarà la prima di una serie di iniziative di protesta». Lo dice in una nota Annarosa Racca, presidente di Federfarma. E ha aggiunto: «"Siamo virtuosi e ci puniscono" ha affermato il primo ministro Mario Monti giorni fa commentando il declassamento dell'Italia. Possiamo affermarlo anche noi».

A partire dalle 10,30 i farmacisti manifesteranno a Napoli davanti Palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale della Campania. Il sit-in rientra nel programma di iniziative a sostegno della giornata di chiusura delle farmacie italiane indetta da Federfarma per protestare contro misure che aggraveranno una situazione economica già fortemente compromessa a seguito dei continui tagli operati in questi anni. A rischio non solo la qualità del servizio farmaceutico fornito ai cittadini, - spiega una nota - ma anche le conseguenze sull'occupazione nelle farmacie.

«Nella nostra regione - dichiara Nicola Stabile, presidente di Federfarma Campania - la protesta è ancora più sentita per i gravissimi ritardi dei pagamenti da parte di alcune asl. Come la Asl Napoli 1, che deve corrispondere ai farmacisti undici mensilità, mentre Asl Napoli 2 e Asl Napoli 3 seguono con un ritardo che va dai sei ai sette mesi».
La situazione ha spinto il presidente di Federfarma Napoli, Michele Di Iorio, e il presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Napoli, Vincenzo Santagada, allo sciopero della fame. «Complicata - prosegue la nota di Federfarma - anche la situazione di Caserta con cinque mesi di ritardo. Mentre Benevento ha appena sottoscritto un accordo che prevede il pagamento delle sette mensilità arretrate con un calendario di pagamenti. Giovedì 26 luglio il servizio farmaceutico sarà assicurato esclusivamente dall'apertura e dal normale funzionamento delle farmacie di turno obbligatorio». La giornata di chiusura è stata indetta per protestare contro gli ulteriori, insostenibili tagli contenuti nel decreto legge «spending review». La farmaceutica territoriale (la distribuzione dei farmaci ai cittadini nelle farmacie) - è scritto nel comunicato - è l'unico titolo di spesa sanitaria che rispetta ogni anno il tetto di spesa prefissato: dovrebbe essere considerato un ramo sano della spesa pubblica. Però, nella sanità la prima voce dalla quale la spending review ha preso risorse è stata la farmaceutica territoriale.

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