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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 11:10.

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Il primo ministro spagnolo, Mariano RajoyIl primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy

Basta fare il giro delle reti sociali – e leggere i commentatori di alcuni media che – per rendersi conto del nuovo nomignolo con il quale gli spagnoli appellano il primo ministro, Mariano Rajoy: El mentiroso (il bugiardo)!

E questo perché nella recente campagna elettorale, che si è conclusa nel novembre scorso con la netta vittoria della destra spagnola - PP (Partito Popolare) – e "l'incoronamento" di Rajoy quale nuovo capo di Governo, tre erano le promesse che maggiormente risuonavano: "no al denaro pubblico alle banche, no all'aumento delle tasse, sì alla creazione di nuovi posti di lavoro …"

Puntualmente disatteso il primo punto con iniezioni miliardarie alle banche sull'orlo del fallimento - soltanto il salvataggio di Bankia è costato circa 20 miliardi di euro alle casse pubbliche - è stato da poco scardinato anche il secondo con l'aumento dell'IVA e della bolletta della luce (+7%) e gas. Per non parlare del tasso di disoccupazione, inesorabilmente, costantemente in aumento (siano al 24,6% nel secondo trimestre del 2012).

"Non faciliteremo il licenziamento dei lavoratori… non aumenteremo l'Irpef, non toccheremo Sanità ed Educazione, non aumenteremo la luce e il gas … ". Tutto questo si è, invece, materializzato in Spagna negli ultimi mesi a suon di decreti legge, cosa che infastidisce non poco l'opposizione, con il PSOE (Partito Socialista) come capofila, che accusa il governo di rifiutare il dialogo (Il PP gode di una maggioranza assoluta).
E nonostante tagli e tasse, inevitabili secondo il governo in carica, la pressione dei mercati non accenna a diminuire, toccando un differenziale inimmaginabile (647 punti), quando Rajoy imputava la sfiducia degli investitori soltanto ad un nome: Zapatero.

Gli spagnoli, comunque, non stanno a guardare e il 20 luglio scorso hanno dato un assaggio di quello che si presagisce essere un settembre molto caldo, quando toccheranno con mano la grandinata di aumenti che piomberà sulle loro teste.

Ecco la traduzione delle parole e degli slogan di Rajoy in campagna elettorale, contenuti nel video:
Non subirian impuestos/ Non aumenteranno le Tasse:
"Non ci possiamo rassegnare a ulteriori aumenti delle tasse"
"Non si possono aumentare le tasse. Nessuno in epoca di recessione e crisi aumenta le tasse"
Bajar l'RPF/Abbassare l'IRPEF:
"Bisogna diminuire l'IRPEF."
Non abarataràn el despido/ Non faciliteranno i licenziamenti
"Non credo che si debba facilitare i licenziamenti"
No tocar Sanida y educacion/ Non si toccano Sanità ed Istruzione pubblica
"Approverò tagli a tutto con eccezione delle pensioni e dopo, per quanto sia competenza delle Comunità Autonome, la sanità e l'istruzione pubblica"
No subir luz/Non aumentare la Luce
"… Le chiedo (rivolgendosi al governo Zapatero allora in carica) di non aumentare la bolletta del gas e della luce, perché questo influisce sul potere d'acquisto della gente …"
No al dinero a los bancos/Niente soldi alle banche
"Non penso dare sodi alle banche …a differenza di quello che avete fatti voi (i socialisti)"
No les importaba la herencia/non era preoccupato per la situazione che ereditava
"Mi presento alle elezioni sapendo molto bene come stanno le cose o parte delle cose. Ne sono cosciente e non mi lamento dell'eredità …"
No Habria rescate/non ci sarà nessun salvataggio
"Non ci sarà bisogno di salvataggio (delle banche spagnole)"
6 Meses de Rajoy/Sei mesi di Rajoy
Il primo ministro si rivolge a una platea che ogni volta risponde "Zapatero"
"Chi ha aumentato l'IRPEF?"
"Chi ha aumentato l'IVA?"
"Chi ha aumentato la luce, il gas naturale e il butano?"
"Chi ha effettuato i tagli sociali più grandi nella storia della moderna democrazia spagnola?"

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