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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2012 alle ore 14:36.

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L'annus horribilis del Governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani prosegue con la richiesta di rinvio a giudizio per falso ideologico fatta dalla Procura di Bologna. Si tratta di un colpo durissimo per il numero uno di viale Aldo Moro che, giunto quasi a metà del suo terzo mandato, si è trovato coinvolto nell'inchiesta su Terremerse, la cooperativa agricola di Bagnacavallo (in provincia di Ravenna) guidata all'epoca dei fatti contestati (illecito finanziamento per un milione di euro da parte della Regione) dal fratello di Errani, Giovanni.

Era il 2006: tre anni dopo l'articolo di un quotidiano nazionale di orientamento politico avverso a quello del Governatore, che fa parte del Pd, gettò le prime ombre sulla chiarezza di quel finanziamento.

La Procura aprì un fascicolo sulla base di informazioni che, via via che passavano i mesi, si facevano sempre più nette: secondo la ricostruzione della Procura, infatti, la cooperativa Terremerse avrebbe ottenuto il finanziamento da un milione di euro per la costruzione di una cantina vinicola ad Imola, pur non avendone ultimati i lavori nei tempi previsti. In un gomitolo di timbri e carte bollate, di cui si è anche messa in dubbio la veridicità, si inserisce la posizione di Errani per il quale il 7 novembre è prevista la prima udienza in tribunale.

L'accusa di falso ideologico fa riferimento ad una memoria difensiva prodotta da Filomena Terzini, direttore degli Affari Generali della Regione, assieme a Valtiero Mazzotti, direttore Generale del settore Agricoltura della stessa amministrazione. Secondo i pm incaricati dell'indagine quella relazione non sarebbe veritiera, ma sarebbe stata scritta con un preciso scopo: alleggerire la posizione della Regione e della cooperativa stessa. Le prime parole del legale di Errani, Alessandro Gamberini, che si dice comunque sicuro dell'estraneità ai fatti contestati del suo assistito, sono state nette: "Secondo me – ha detto – la Procura ha commesso un grave errore nel rinviarlo a giudizio".

Intanto, come sempre in questi casi, c'è già chi chiede la testa di Vasco Errani: Giovanni Favia capogruppo del Movimento 5 Stelle sostiene che il Governatore debba rassegnare le proprie dimissioni "A tutela del proprio ruolo di Commissario straordinario per la ricostruzione".

Perché Errani, per la cronaca, tra le gatte da pelare che si ritrova nel suo annus horribilis ha anche quella rognosissima di un terremoto che gli ha raso al suolo la parte più sana del sistema produttivo regionale.

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