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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2012 alle ore 06:37.

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La crisi pesa sull'economia tedesca (Tips)La crisi pesa sull'economia tedesca (Tips)

FRANCOFORTE - Si accumulano i segnali di un forte rallentamento della crescita in Germania. «La crisi dell'eurozona sta avendo un impatto negativo crescente sull'economia tedesca", ha spiegati ieri Hans-Werner Sinn, presidente dell'Ifo di Monaco di Baviera, alla pubblicazione del sondaggio mensile dell'istituto fra oltre 7mila imprese.

L'indice Ifo ha segnato un calo nel mese di luglio, il terzo consecutivo, da 105,2 a 103,3, molto più brusco del previsto. Il dato, il peggiore degli ultimi 28 mesi, si somma all'indice Pmi, pubblicato lunedì e che pure ha previsto un indebolimento della crescita e una possibile flessione del Pil nel terzo trimeste.
«Non ci aspettiamo una recessione», ha detto l'economista dell'Ifo, Gernot Nerb, osservando che la situazione non è come nel 2009, quando in seguito alla crisi dei mercati post-Lehman, l'economia tedesca accusò una contrazione del 5%. Il ministero dell'Economia ha insistito che, nonostante i segnali negativi degli ultimi due giorni, la previsione del Governo, avanzata a primavera, di una crescita dello 0,7% quest'anno, è confermata.
Le stime appena diffuse dal Fondo monetario parlano dell'1%, in linea con quelle della Bundesbank, la quale però nel suo ultimo bollettino mensile ha sottolineato la «grande incertezza».

Il calo nell'indice Ifo, che riguarda la valutazione degli imprenditori sulle condizioni attuali e le aspettative per il futuro, ha toccato soprattutto il settore manifatturiero, colpito dalla recessione nel resto dell'eurozona. Le aspettative sull'export sono tuttavia meno negative di quelle generali. L'indebolimento dell'euro, secondo Alexander Koch, di Unicredit, dovrebbe aiutare le imprese esportatrici tedesche sui mercati terzi. I dati di questi giorni mostrano però, secondo Stefan Schilbe, di Hsbc, che la Germania «non può sganciarsi dal resto dell'eurozona».
Degli altri settori, l'unico che evidenzia una crescita mensile è la distrbuzione, grazie alla tenuta dei consumi, favorita dal buon andamento dell'occupazione. Le costruzioni, che nei mesi scorsi avevano contribuito a sostenere l'economia, stanno accusando invece un calo degli ordini, secondo informazioni diffuse ieri dall'Ufficio federale di statistica.

Anche se il Governo ha tenuto a drammatizzarlo, ha colpito inoltre il cambiamento delle prospettive, da stabili a negative, annunciato dall'agenzia di rating Moody's che, in serata, ha operato la stessa modifica per 17 banche tedesche. Il mantenimento della tripla A è considerato, anche psicologicamente, importante in Germania, anche nel contesto dei negoziati europei.
I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, che sono vicini ai minimi storici, nonostante il rialzo degli ultimi giorni, sono però considerati da molti operatori di mercato in piena zona "bolla" e potrebbero subire un ulteriore contraccolpo, secondo Jonathan Loynes, di Capital Economics, se l'economia dovesse dare ulteriori segnali di rallentamento.
Se infatti i bond si avvantaggiano normalmente della frenata della crescita, in questo caso i rendimenti ai minimi sono dettati soprattutto dalla distanza finora emersa fra la Germania e il resto dell'eurozona.
Un'ulteriore indicazione che la crisi ha raggiunto ormai il "cuore" dell'area euro viene dai dati, diffusi anch'essi ieri, sulle prospettive dell'economila olandese, giudicate anch'esse in peggioramento dalle imprese nazionali.

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