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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2012 alle ore 06:38.

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Walter
Riolfi L'idea rilanciata da Ewald Nowotny di assegnare licenza bancaria al fondo Esm è in sostanza quella proposta da Mario Monti ed è quanto chiedono da tempo i mercati. Per questo, euro, Borse e titoli di Stato italiani e spagnoli sono saliti all'unisono, alle nove in punto, non appena l'intervista al numero uno della banca centrale austriaca è apparsa sui monitor di Bloomberg. Tuttavia i mercati non si fanno soverchie illusioni: primo, perché è persino dubbia la creazione dell'Esm, secondo, perché l'idea scatenerebbe l'ostilità della Bundesbank (e, per quel che conta, pure della banca centrale finlandese) costituzionalmente avversa a qualsiasi forma di quantitative easing. In ogni caso, la proposta di Nowotny, che segue un comparabile ammorbidimento espresso qualche tempo fa anche da Klaas Knot, presidente della banca centrale olandese, dimostra che all'interno della Bce il fronte dei banchieri favorevoli a interventi di politica monetaria "non convenzionali" è largamente maggioritario: con l'eccezione degli uomini della Bundesbank, s'intende, e (per quel che contano) dei finlandesi. Questo contesto dovrebbe accrescere significativamente la discrezionalità di Mario Draghi. Ed è proprio quello su cui stanno scommettendo alcuni investitori.
La maggior novità che ha cominciato a circolare ieri sui mercati è che alcuni grandi hedge fund americani avevano chiuso nel pomeriggio di martedì gran parte delle posizioni al ribasso su euro e azioni dei Paesi a rischio, in prevalenza, sui titoli bancari. Si parla di tre fondi, di quelli che fanno tendenza e che si dice siano assai bene informati sugli umori dei banchieri centrali, della Fed in primo luogo, ma anche della Bce. Secondo alcune fonti, Ben Bernanke starebbe preparando un intervento straordinario, ammesso che negli Usa possa definirsi tale un quantitative easing. In ogni caso, è assai probabile che si profili un maxi finanziamento in dollari destinato alle banche europee. Che queste abbiano un disperato bisogno di liquidità in valuta lo dimostra il fatto che, nell'ultima settimana, 10 istituti dell'area euro hanno chiesto alla Bce finanziamenti per 8 miliardi di $, il doppio della precedente settimana e il massimo dal dicembre 2009.
Ma qualcosa di nuovo si starebbe preparando anche a Francoforte e alcuni banchieri ed economisti non escludono un intervento della Bce sul mercato secondario dei titoli di Stato: forse la ripresa del programma Smp, rimasto congelato da inizio febbraio, forse un'operazione ancor più incisiva. In ogni caso, si profilerebbe un intervento concertato tra le maggiori banche centrali, preoccupate dall'esplosione di una crisi che i politici europei non hanno saputo e voluto contenere.
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