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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2012 alle ore 06:38.

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ROMA
Lo scenario dell'economia globale «è ulteriormente peggiorato». E in Italia «la diminuzione del Pil proseguirà». È quanto emerge dallo studio Congiuntura flash del Centro Studi di Confindustria secondo il quale dopo che il secondo trimestre si è chiuso con tutti gli indicatori congiunturali in ribasso, soprattutto quelli relativi ai nuovi ordini «si annullano le probabilità di rilancio nella seconda metà dell'anno».
«C'è qualche timido segnale di rallentamento della flessione a partire dall'estate inoltrata» rileva il CsC, sottolineando però che «quasi tutto ora dipende dall'evoluzione del quadro in Eurolandia, che sempre più appare intrappolata in una spirale depressiva, a causa non tanto di aggiustamenti ineluttabili (sgonfiamento delle bolle immobiliari, riduzione della leva delle banche, più parsimonia delle famiglie) quanto dell'incertezza e dei danni che la gestione europea della crisi provoca, tra l'altro con politiche di risanamento troppo restrittive». La nota di viale dell'Astronomia sottolinea anche che in tutto il mondo «si allentano le redini della politica monetaria, ma senza tutta l'efficacia osservata in passato». Un elemento positivo del quadro è il ribasso del cambio dell'euro, che aiuta la competitività rispetto ai concorrenti che hanno monete agganciate al dollaro. Senonché anche questo aspetto positivo «ha origine maligna nella estrema debolezza dell'Eurozona».
Per il nostro paese, il CsC stima un calo della produzione a giugno pari all'1,3% rispetto al mese precedente che «ha portato a -1,7% la contrazione nel secondo trimestre e lascia un -0,6% in eredità al terzo. Un andamento «coerente con un'ulteriore diminuzione del Pil». La variazione è stata pari a -0,8% nel primo trimestre e il dato Istat sul secondo trimestre si conoscerà il 7 agosto prossimo. A giugno, prosegue lo studio del CsC «sono migliorate le attese su produzione (-5, da -8) e ordini (-2, da -6), ma resta forte il ritmo di contrazione produttiva indicato dalla componente ordini del Pmi manifatturiero (41,9, da 40,3). A sostenere l'attività dovrebbe contribuire soltanto la necessità di ricostituire le scorte, ritenute molto basse. Scendono anche i consumi: -0,9% ha segnato l'indicatore consumi Confcommercio in maggio e -3,1% mensile è il dato relativo alle le immatricolazioni di auto in giugno.
Secondo il Centro studi si è accentuato anche il credit crunch: in Italia, si ricorda, a maggio i prestiti alle imprese sono scesi dello 0,7%, dopo il recupero di aprile che aveva interrotto sei mesi di cali consecutivi, attestandosi a un livello dell'1,8% inferiore a quello di di settembre 2011 (con dati destagionalizzati).
R.Boc.
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