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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2012 alle ore 18:01.

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Per la prima volta il New York Times ha guadagnato di più dai lettori che dalla pubblicità, crollata come dimostrano le perdite del gruppo, a oltre 88 milioni di dollari nel secondo trimestre di quest'anno. I lettori e gli abbonamenti crescono dell'8,3%, un segnale certamente positivo e forse emblematico, ma che rimane insufficiente, almeno al momento, per equilibrare i conti.

I ricavi generati dalle vendite hanno portato nelle casse di "News Media Group", la società che comprende The New York Times, The International Herald Tribune e The Boston Globe, 233 milioni di dollari contro i 220 generati dalla pubblicità sia cartacea che digitale. Un aumento degli introiti dovuto principalmente all'aumento del prezzo dell'abbonamento e di quello delle singole copie, ma anche alla crescita negli abbonamenti per la versione digitale.

È un riequilibrio che segna certamente una svolta, indicando un'inversione di tendenza in un settore che finora ha fatto affidamento soprattutto sulla pubblicità per restare a galla.

«Probabilmente si tratta dei primi quotidiani di rilievo - sottolinea l'analista Ken Doctor di "Newsonomics" - a superare quel confine. È un momento interessante». «La riduzione della dipendenza dalla pubblicità - gli fa eco Rick Edmonds, un esperto in media - ha certamente degli aspetti positivi. Al Nyt, stanno ancora cercando di stabilizzare le risorse pubblicitarie e non ci sono riusciti del tutto. Ma gli abbonamenti digitali si sono rivelati molto più proficui di quanto si credesse». Attualmente il gruppo editoriale ha all'attivo 509mila abbonati, in marzo erano 454mila.

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