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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2012 alle ore 16:53.

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I recordmen della permanenza in università sono gli studenti dei corsi di laurea in Beni culturali, fuoricorso nel 52,5% dei casi, seguiti da Architettura (40,5%), Ingegneria e Lettere (pari merito al 38,5%); tra i più puntuali nell'appuntamento con la laurea, invece, ci sono gli iscritti a chimica industriale (11,2% di fuoricorso), battuti solo da mini-facoltà come quella in Scienze gastronomiche di Bra (fuoricorso solo 11 iscritti su 236).

Chi si trattiene troppo sui libri, sforando la «durata legale» del proprio corso di studi, viene ora messo nel mirino dal decreto legge sulla spending review che sarà approvato in settimana dal Parlamento. Per gli studenti "lenti", c'è in serbo dall'anno prossimo un rischio di super-aumenti nelle tasse universitarie, fino al raddoppio. A decidere saranno le singole università, e dopo la legge un regolamento attuativo fisserà le modalità di applicazione, ma il provvedimento in arrivo, dopo il passaggio in Commissione Bilancio al Senato che ha aggiunto parecchi tasselli, è già molto chiaro: agli studenti delle famiglie con un indicatore Isee (reddito e patrimonio familiare) fino a 90mila euro si potrà chiedere fino al 25% in più delle tasse prelevate a chi è in corso, se l'Isee della famiglia si attesta fra i 90mila e i 150mila euro si potrà arrivare a un rincaro del 50%, mentre per chi supera la soglia dei 150mila euro ci potrà essere fino al raddoppio secco.

A rischio aumenti c'è uno studente su tre, perché il tasso di fuoricorso è una delle anomalie più evidenti del sistema universitario italiano, anche dopo che la riforma del «3+2» ha arginato in parte il fenomeno. Dietro alle medie, però, ci sono situazioni molto diverse fra loro, e il pacchetto di facoltà offerto da ogni ateneo influisce in modo diretto sul tasso di "ritardatari" registrato negli uffici iscrizioni.

I frutti maggiori delle super-tasse per i fuoricorso, in base agli ultimi dati dell'Ufficio statistico del ministero dell'Istruzione, potranno arrivare al Politecnico di Torino, dove il 51,4% degli studenti ha già visto sfumare i tempi previsti dalla legge per la propria laurea. Appena dietro si piazza l'Università di Foggia, con il 45,4% di fuoricorso, tallonata dall'ateneo di Salerno (43,4%). Tra le migliori, primeggiano invece le università non statali, a partire dalle milanesi San Raffaele (dove il 93,8% degli iscritti è in corso) e Bocconi (qui i "puntuali" sono l'89,1%), mentre tra le statali il dato migliore si incontra a Roma Tor Vergata (79,7% gli iscritti in corso). Tra le università più grandi, la condizione più critica si incontra alla Federico II di Napoli, dove i fuoricorso sono il 38,8% degli iscritti, mentre la Statale di Milano (29,1% gli studenti oltre i tempi) fa meglio della Sapienza di Roma (36%).

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