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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2012 alle ore 14:39.

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ROMA - Quella che si apre domani è davvero una settimana cruciale per il futuro di Eurolandia. Mentre gli occhi degli operatori finanziari sono puntati sulla riunione del consiglio Bce che si tiene l'uno e il 2 agosto, oltre che sugli incontri che il ministro del Tesoro Usa Tim Geithner avrà già domani con il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble e poi con il presidente dell'Eurotower Mario Draghi, anche il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, intensifica la propria offensiva diplomatica per ricercare il massimo di coesione internazionale sulla difesa del progetto europeo.

Già martedì prossimo, infatti, Monti sarà a Parigi per una colazione di lavoro con il presidente della Repubblica francese François Hollande che ha appena sottoscritto in una dichiarazione congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel la promessa solenne del «Siamo pronti a tutto per sostenere l'euro». L'incontro sarà quindi l'occasione proprio per valutare questa sintonia, cementata dall'incalzare di una crisi europea che rischia di avere un impatto sulla performance dell 'economia globale.

Ma di certo nella tre giorni di visite in giro per l'Europa (l'ultimo appuntamento nell'agenda di Monti sarà la visita in Spagna giovedì 2 agosto, su invito del presidente del Consiglio Mariano Rajoy) l'appuntamento più difficile è quello che si terrà ad Helsinki. Monti sbarcherà in Finlandia mercoledi primo agosto con un'agenda fitta di incontri: con il primo ministro Jyrki Katainen, con il presidente della repubblica Sauli Niinisto, con le associazioni imprenditoriali. Convincere i finlandesi della necessità di pensare all'integrazione europea in modo più solidale non è certo un'impresa facile. Non è un mistero, infatti, che all'inizio di luglio a una settimana di distanza dal vertice europeo nel quale era stata raggiunta l'intesa sull'Unione bancaria e sul fondo salva stati la Finlandia abbia espresso una secca bocciatura per l'ipotesi dello scudo anti-spread, minacciando addirittura di lasciare l'euro pur di non sobbarcarsi i debiti degli altri stati membri.

Dopo le prese di posizione del presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso («gli impegni presi all'unanimità vanno rispettati» era stata la sua secca dichiarazione) la polemica si è in seguito ridimensionata, e il ministro delle finanze finlandesi, Jutta Urpilainen, ha affermato che «la Finlandia è un membro dell'euro e pensiamo che l'euro sia utile alla Finlandia ». Resta tuttavia il fatto che nella visione di Helsinki si continua a temere molto che si affermi un modello di integrazione europea in cui tutti sono responsabili in solido per i debiti degli altri stati.

Monti cercherà di spiegare che volere più Europa non implica la necessità di dover fare regali. Come ha più volte ripetuto il premier nei giorni scorsi «la puntuale attuazione dell'accordo politico raggiunto nel vertice europeo del 28 e 29 giugno è condizione necessaria, ma non sufficiente, se non prelude al rafforzamento delle governance europea». La strada in un certo senso è obbligata: occorre agire in fretta «perché l'Europa si doti di strumenti più efficaci». Accanto al confronto sul l'idea di Unione, tuttavia, il presidente del Consiglio metterà in campo anche argomenti dotati di maggiore appeal per il partner del Nord, come ad esempio il futuro dell'agenda digitale europea. Un tema che, secondo tutti gli studi internazionali, potrebbe avere effetti consistenti sulla crescita economica.

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