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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2012 alle ore 22:01.

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Nella foto tifosi nerazzurri cinesi con maglia e bandiera dell'Inter (AFP Photo)Nella foto tifosi nerazzurri cinesi con maglia e bandiera dell'Inter (AFP Photo)

La Cina è vicina, si diceva qualche anno fa. Altroché vicina: è già entrata in casa. Dovunque ci sia un'attività, i cinesi arrivano e fanno affari. E diventano ancor più ricchi con un'idea fissa nella testa: fare altri soldi, fare altro business. Poi spendono, comprano, senza farsi problemi. Dopo aver salvato il Made in Italy, acquistando nel loro mercato i nostri gioielli griffati (Ferrari, Armani, Prada,etc) ora vogliono anche diventare soggetti attivi. Così anche nel calcio. Dopo aver portato Marcello Lippi alla guida del Guangzhou Evergrande, con la modica cifra di 13 milioni l'anno, adesso i cinesi - nella fattispecie la China Raiway Construction Corporation - sono arrivati direttamente in Italia concludendo uno storico accordo con l'Inter.

I nuovi soci portano 55 milioni di euro, pari al 15% del capitale, che presto potrebbe arrivare al 40%. Soldi freschi che permetterebbero all'Inter di tenere il passo con i grandi club europei. Il tutto per una valutazione della società nerazzurra che si aggira intorno ai 450-460 milioni di euro al netto del debito. La quota societaria di Tronchetti Provera scende all'8%. L'accordo è stato raggiunto ieri sera nella sede della banca Ubs. Il secondo punto dell'accordo, altrettanto interessante, riguarda la costruzione di un nuovo stadio di proprietà entro il 2017 per il quale i nuovi investitori sono pronti a collaborare. Uno stadio sul modello di quelli spagnoli e inglesi con negozi, ristorante, museo e mille altre attività di marchandising. Un grande negozio pulsante dove lo spettacolo sportivo s'intreccia col business e il turismo. Lo stadio dovrebbe essere costruito in un'area utilizzata per l'expo 2015, sulla quale sia Moratti che il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, avrebbero già trovato un accordo.

In Cina, il calcio italiano ha ancora un fortissimo richiamo. In particolare l'Inter. Si seguono le partite in tv, si comprano gadget e megliette come fossero preziose relique. Quindi non stupisce l'interesse cinese per un nuovo stadio, ulteriore richiamo per far lievitare l'interesse intorno a questa operazione. Qualcuno dirà: il calcio italiano è alla frutta. Forse, visti i chiari di luna , è meglio cambiare il punto di vista. Con il Far Play finanziario ( la necessità di arrivare al pareggio di bilancio), è finito il tempo delle follie e dell'assegno sempre pronto per rilanciare gli abbonamenti. Silvio Berlusconi, che di quel calcio è stato il leader maximo, è corso precipitosamente al riparo vendendo i gioelli di famiglia (Ibrahimovic e Thiago Silva) e predicando austerità.

Massimo Moratti, che in 17 anni presidenza ha speso più di un miliardo di euro, ha scelto un'altra strada. La crisi morde. Non potendo più ripianare i buchi con i lauti dividendi della Saras, il presidente nerazzurro ha fatto di necessità virtù. E un buon socio come la China Railway, che opera anche nel basket e nel baseball, può perfino fargli bene, nel senso di renderlo più lucido e meno vulnerabile dal punto di vista passionale. Comunque adesso abbiamo capito del perchè di quella maglia rossa, regalata da Moratti a Fengchao Meng, presidente dell'azienda cinese. Una maglia rossa ben poco in linea con la tradizione nerazzurra, ma foriera dei nuovi tempi che si stavano avvicinando a grande velocità.

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