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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2012 alle ore 16:11.

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Andrea Magro allenatore di Valentina Vezzali alle Olimpiadi di Beijing 2008 (Olycom)Andrea Magro allenatore di Valentina Vezzali alle Olimpiadi di Beijing 2008 (Olycom)

Italiani brava gente. Ma pure ottimi tecnici, allenatori, commissari tecnici, guide sportive e illuminati depositari del conoscere applicato allo sport che piace tanto all'estero. Nel calcio, è ormai una passione comune. Mancini, Capello, Ancelotti, Trapattoni, Di Matteo, Ranieri e Spaletti fanno grande il made in Italy in giro per il mondo. Piace e convince il tricolore del pallone, che incanta, soprende e spesso vince. Ma piace e convince sempre di più anche la competenza dei tecnici di casa nostra declinata agli sport olimpici. A Londra 2012, la colonia di mister che parlano i dialetti della penisola e che seguono atleti e squadre di altri Paesi è ricca e titolata. Tanto che si potrebbe schierare una formazione ideale stile calcio per farla competere contro i pari grado azzurri in una sorta di amichevole Italia-Resto del mondo. In campo, appunto, tutti italiani, ma divisi per due settimane dalle gare a cinque cerchi. E chi vince, paga da bere.

Ecco come potremmo schierare la rappresentativa degli allenatori impegnati a Londra che hanno scelto di cercare gloria e risultati fuori dai confini nazionali.

Portiere – Provateci voi ad arrivare a meno di un metro da lui senza farvi infilzare dal suo fioretto. Andrea Magro, ex ct dell'Italia superstar della scherma, è un'istituzione del fioretto internazionale. Tanto per intenderci, fu lui a prendere in braccio la Vezzali dopo la conquista dell'oro dell'atleta jesina a Pechino 2008. Oggi guida la nazionale giapponese e le cose non potrebbero andargli meglio. Qualche giorno fa è entrato di diritto nella storia della scherma del Sol levante per essere riuscito a portare due atlete ai quarti del tabellone femminile. Sempre più in alto.

Difensori – Andrea Benelli, Roberto Scalzone e Piero Genga, gli uomini del tiro a volo, fuoriclasse del grilletto declinato allo skeet. Cipro, Danimarca e Qatar hanno puntato su di loro per fare bene e pure di più nella disciplina più rumorosa e statica dei Giochi. Benelli, bronzo ad Atlanta 1996 e oro ad Atene 2004, non è riuscito a guidare gli atleti ciprioti alla finale che si è tenuta ieri. Traguardo che invece hanno raggiunto Scalzone, tecnico del danese Anders Golding, medaglia d'argento e tanti complimenti da parte da tutti i lavoratori dell'Ilva di Taranto, a cui il danese ha dedicato il secondo posto; e Piero Genga, uomo ombra del qatariota Nasser Al-Attiya, che ha brillantemente superato nello spareggio il russo Shomin per il posto che vale il bronzo. Quanto azzurro sul podio dello skeet maschile.

Centrocampisti – Andrea Anastasi, Ezio Gamba, Vittorio Frangilli, Sandro Damilano e Andrea Di Nino. Dal volley allo judo, passando dal nuoto alla marcia, fino al tiro con l'arco. Come dire, da qui non si passa. Classe, qualità e quantità per una zona del campo in cui servono muscoli e cervello. Per fermare l'avanzata avversaria e inventare soluzioni offensive. Anastasi è il ct della Polonia di volley. Ha battuto all'esordio l'Italia di Berruto, è uomo di carattere, quando decide che è ora di cambiare marcia, sono guai per tutti.

Ezio Gamba è il mister della rappresentativa maschile russa di judo. E' considerato "il Capello del tatami", un maestro di tecnica e determinazione. Un vincente. Lo dimostrano i risultati. Fin qui, nel torneo di Londra, ha vinto, meglio, fatto vincere alla Russia due medaglie d'oro e una di bronzo. Grazie ai successi di Galstyan nei 60 kg e di Isaev nei 73. Terzo posto per Nifontov nei pesi medio-leggeri. Un tornado, insomma. Di padre in figlio, generazione di fenomeni in casa Frangilli. Vittorio è il papà di Michele, oro a Londra nella gare a squadre. Arciere di ottima scuola pure lui, ha deciso di dire sì alla chiamata della Costa d'Avorio, che aveva bisogno di un uomo in grado di mettere ordine nella squadra africana. Nel pomeriggio, la gara del suo unico assistito in gara, Rene Kouassi. Possibilità di passare agli ottavi, meno del 2%. Ma da qualche parte, bisognava pur cominciare, no?

Per la resistenza sulle medie e lunghe distanze, citofonare ore pasti Sandro Damilano. L'allenatore di campioni straordinari come il fratello Maurizio, Elisa Rigaudo, Elisabetta Perrone e Alex Schwazer, è passato alla concorrenza. La Cina conta infatti sui suoi preziosi consigli per condurre alla vittoria alcuni dei suoi già grandi protagonisti. I maratoneti cinesi puntano al podio nella 20 km maschile e femminile e nella 50 km maschile. Hanno le carte e i numeri per fare benissimo e con uno specialista come Damilano tutto è possibile. È il primo allenatore straniero ammesso nella segretissima preparazione dei nuotatori russi. Andrea Di Nino è l'head coach della Russia che in piscina prova a fare la voce grossa e a creare qualche guaio ai siluri made in Usa. Prima di partire per Londra, ha fatto capire quanto sia difficile lavorare da quelle parti ("faticano ad accettare la visione altrui, io non mi faccio intimorire. Inciampo in gaffe continue, quando ho parlato del caso Politkovskaja imbarazzo totale, hanno tirato su un muro"). Ora è integrato nel sistema, almeno così pare. Il bronzo nella staffetta 4x100 è anche un po' merito suo.

Attaccanti – Sergio Scariolo e Roberto Bonomi. Precisione, astuzia tattica, velocità di esecuzione e un palmares da far invidia alle stelle del pallone. La coppia da gol della selezione Resto del mondo non poteva fare a meno di loro. Oltre a essere il tecnico dell'Olimpia Milano, Scariolo è il mago travestito da direttore tecnico della Spagna della pallacanestro, che ha già condotto alla vittoria degli Europei nelle ultime due occasioni (2009 e 2011). Alle Olimpiadi, ha vinto due gare su due. Lui in panca, i fratelli Gasol a fare i fenomeni sotto canestro. Russia, Usa e Argentina non dormono sonni tranquilli, questo è certo.

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