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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 06:38.

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Parte il restyling dei servizi segreti con una mini-riforma che tocca anche il simbolo dell'intelligence: il segreto di Stato. Uno scudo che ora, dopo il varo definitivo di ieri del Senato alla legge di riordino dei nostri 007, diventa un po' più trasparente. Cresce infatti il potere di controllo del Parlamento che attraverso il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, potrà chiedere spiegazioni al premier sui motivi che lo hanno spinto ad apporre il segreto di Stato. Niente più, dunque, carte dichiarate "top secret" da Palazzo Chigi fornendo al Parlamento informazioni sommarie e lacunose.
Finora era, infatti, previsto che il presidente del Consiglio, in caso di opposizione del segreto, fosse tenuto a comunicarne «le ragioni essenziali» al Copasir. E in questi anni sono stati diversi i casi – dal dossier Telecom al rapimento di Abu Omar – in cui il segreto di Stato opposto alla magistratura è stato al centro di polemiche. Ora la legge approvata ieri amplia i poteri del Copasir indicando che il presidente del Consiglio, su richiesta del presidente del Comitato, «espone, in una seduta segreta appositamente convocata, il quadro informativo idoneo a consentire l'esame nel merito della conferma dell'opposizione del segreto di Stato». Con un controllo che si manifesta non solo sulle motivazioni esterne e sulla legittimità, ma anche con la possibilità – sia pure da parte di un ristrettissimo collegio, formato da presidente e vice presidente del Copasir – di aver accesso a tutte le informazioni in base alle quali il premier ha apposto il segreto.
I 12 articoli della legge – approvata in tempi record dal Parlamento e all'unanimità – rimette mano all'intelligence a cinque anni dalla precedente riforma (la legge 124/2007). Il testo è stato presentato dal Copasir, primi firmatari l'inedita coppia composta da Fabrizio Cicchitto e Massimo D'Alema che presiede proprio il Comitato. E che ieri si è detto molto soddisfatto: «È l'unica legge approvata all'unanimità in tutta la legislatura». Per D'Alema, in particolare, la norma sul segreto di Stato è una novità «di grande valore, anche simbolico», perché in sostanza introduce un meccanismo «molto più trasperente» e «molto più democratico» visto che il presidente del Consiglio dovrà spiegare «le ragioni per cui conferma il segreto di Stato, in un dibattito anche con i rappresentati dell'opposizione». Anche il sottosegretario con delega ai servizi, Gianni De Gennaro, ha parlato di «importanti e significative modifiche in termini migliorativi per quanto riguarda il segreto di Stato».
La mini riforma rafforza, tra le altre cose, i poteri di coordinamento del Dis (Dipartimento informazione e sicurezza), senza però toccare la distinzione di compiti tra Aise (l'ex Sismi, ora Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e Aisi (l'ex Sisde, ora Agenzia informazioni e sicurezza interna). Gli interventi puntano anche alla razionalizzazione delle strutture con la gestione unitaria degli approvvigionamenti e dei servizi logistici. La legge affida poi al Copasir la facoltà di chiedere alla presidenza del Consiglio di svolgere inchieste interne per accertare la correttezza della condotta del personale dei servizi. Infine, la competenza ad autorizzare le intercettazioni preventive da parte degli 007 viene accentrata presso il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma.
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