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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2012 alle ore 07:26.

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Un decreto legge per accelerare la bonifica dell'area di Taranto dopo che il Governo, nell'accordo del 26 luglio scorso con le istituzioni locali, ha stanziato 336 milioni di euro. E l'apertura del procedimento per una nuova Autorizzazione ambientale all'Ilva di Taranto. Sono le due novità che emergono dagli incontri che il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha avuto ieri alla Regione Puglia presente anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. Clini prima ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni e l'Ilva, poi i sindacati e Confindustria. Il decreto legge per Taranto va oggi al vaglio del Consiglio dei ministri.

Clini parla di Taranto come «un'emergenza nazionale» e quindi lo strumento che sarà varato semplifica «le procedure del protocollo d'intesa siglato lo scorso 26 luglio». Un passo preliminare è già stato fatto e consiste, dice il ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, nell'assegnazione alla Regione Puglia dei fondi per la bonifica di Taranto attraverso un «protocollo politico» approvato dal Cipe. Il passaggio odierno nel Cdm completa adesso il percorso. Alla Regione Puglia sarà affidata la cabina di regia.

Al decreto legge arriva subito il consenso della politica e del sindacato. «Il decreto legge per Taranto è la migliore opzione tra quelle emerse in questi giorni» dice il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. E Angelino Alfano annuncia che «il Pdl garantirà col suo voto in Parlamento il sostegno ad un decreto legge sul caso Ilva qualora il Governo decidesse di intervenire con un provvedimento di urgenza». Via libera anche dai leader sindacali Raffaele Bonanni e Susanna Camusso, la quale auspica la «necessità di trovare una relazione positiva tra i temi dell'industria e quelli dell'ambiente in un decreto legge». Mentre Bonanni vede nel decreto il primo risultato della mobilitazione dei lavoratori. Taranto ha fatto molto per l'Italia, l'Italia deve fare qualcosa per Taranto. Questo - dice il governatore pugliese Nichi Vendola - è il punto di svolta che chiedevamo al Governo». Sono stati infatti i parlamentari e gli amministratori pugliesi a chiedere a Clini di accelerare il passo.

E accanto al decreto per Taranto, si avvia anche l'iter per una nuova Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva (sono le regole per l'esercizio degli impianti) ad un anno esatto da quella concessa dall'ex ministro Stefania Prestigiacomo. Lunedì a Bari, in Regione, si insedierà il tavolo per la nuova Aia ma prima di arrivare a questo c'è già una tregua sul fronte legale. Il presidente Bruno Ferrante annuncia infatti che l'azienda ritira il ricorso contro la riapertura dalla procedura Aia deciso da Clini a fronte delle perizie sui danni da inquinamento consegnate al gip di Taranto, Patrizia Todisco. «C'è bisogno di svelenire il clima e di ridurre la litigiosità giudiziaria» dice Ferrante sia a Bari che a Taranto. E anche per l'Aia in vigore c'è un break. L'Ilva aveva infatti ottenuto ragione dai giudici amministrativi su alcuni aspetti del provvedimento e torto su altri. «Non faremo ulteriori ricorsi ma andiamo al tavolo per discutere» osserva Ferrante.

Cosa la nuova Aia prevederà, è tutto da stabilire. «Non escludo la possibilità che si ragioni anche intorno alla possibilità di delocalizzre i parchi minerali del siderurgico - rileva Ferrante -. Certo, è un progetto molto complesso, che andrebbe studiato e approfondito sotto molti punti di vista, ma questo dà il segno di come l'Ilva sia disponibile a discutere di tutto e con mente aperta. Abbiamo sempre rispettato la legge e i provvedimenti dell'autorità amministrativa. Ad esempio, la rete per il contenimento delle polveri che stiamo installando per ridurre l'impatto dei parchi minerali è una della prescrizioni dell'Aia». Sulla bonifica, invece, Ferrante non specifica cosa l'Ilva è disposta a fare e quali risorse mobiliterà. «Deve prima chiarirsi il quadro d'insieme e dobbiamo avere la certezza delle regole» sostiene il presidente dell'Ilva.

Che si possa ragionare su soluzioni nuovo lo fa capire anche Clini. «Nel caso in cui l'azienda suggerisca dei progetti innovativi per raggiungere obiettivi di qualità che vadano oltre le leggi nazionali, può esserci - dichiara il ministro - la possibilità di un contributo di risorse pubbliche nazionali ed europee. Progetti di questo tipo potrebbero essere inseriti anche all'interno dei fondi europei destinati all'innovazione tecnologica».

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