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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2012 alle ore 21:05.
L'ultima modifica è del 03 agosto 2012 alle ore 14:35.

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Vicenda Ilva, fine del primo round. Nella tarda serata di venerdì, in tribunale a Taranto, si è conclusa la prima giornata dedicata al riesame del dossier aperto dai magistrati con il sequestro di una parte dell'acciaieria e con gli arresti domiciliari per otto azionisti e dirigenti dell'Ilva, fra cui il fondatore del gruppo Riva, l'ottantaseienne Emilio, uno degli imprenditori centrali nello sviluppo italiano del secondo dopoguerra. Sabato mattina, con inizio alle nove, si terrà la seconda giornata di udienze. La magistratura dovrebbe assumere delle decisioni definitive entro il prossimo giovedì.

Anche sotto il profilo giuridico, quella di oggi è stata una giornata essenziale per il futuro dell'Ilva. A Taranto, in un polo giudiziario blindato, il Tribunale del Riesame ha subito respinto l'eccezione, sollevata dalla Procura all'inizio dell'udienza, con la quale si chiedeva ai giudici di decidere esclusivamente sui ricorsi riguardanti gli arresti di otto dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva, aggiornando l'udienza alla ripresa dell'attività giudiziaria (dopo il 15 settembre) sul ricorso presentato dall'Ilva contro il sequestro di sei impianti dell'area a caldo.

Ai nuovi documenti prodotti dalla Procura oggi nell'udienza è stato aggiunto anche il contenuto di intercettazioni. Lo ha riferito il procuratore della Repubblica, Franco Sebastio, uscendo per qualche attimo dall'aula. Una cosa è certa: sia sui beni reali (la parte dello stabilimento sottoposta a sequestro) sia sulle persone (appunto gli otto agli arresti domiciliari, membri della famiglia Riva e del management) si prenderanno decisioni nei prossimi giorni, senz'altro prima della settimana di ferragosto.

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