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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2012 alle ore 08:12.

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Isabella
Bufacchi I mercati hanno sentito a Londra quello che il presidente Draghi non ha detto (l'acquisto immediato dei titoli di Stato italiani e spagnoli da parte della Bce) e non hanno sentito a Francoforte quello che invece Draghi ha detto (che la Bce è pronta ad acquistare i titoli di Stato di un Paese che ricorre esplicitamente al sostegno di Efsf/Esm). Ne è seguita una gran confusione, con prezzi e rendimenti dei BTp e dei Bonos imbrigliati sull'ottovolante della volatilità estiva. Quel che è emersa ieri, alla fine, è una prima valutazione più autentica degli ultimi interventi del presidente Draghi: la Bce affiancherà i firewall europei per salvaguardare la stabilità finanziaria nell'area dell'euro, e lo farà anche acquistando sul secondario titoli di Stato prevalentemente con scadenza e vita residua a breve termine, per importi adeguati quindi potenzialmente più elevati del primo Securities markets programme. Lo farà in piena trasparenza e non più nell'opacità del vecchio Smp, annunciando importi e tipologie di titoli. In un mercato secondario come quello dei BTp e dei Bonos, che negli ultimi mesi è stato dominato dai venditori, doveva bastare questo, il solo apprendere che sia pronto a scendere in campo un compratore con risorse potenzialmente infinite, per far schizzare in sù i prezzi e far calare i rendimenti. Più sulla parte a breve della curva, per il momento l'unica esplicita beneficiaria del cambio di rotta della Bce, che non sulla parte lunga. E alla fine il rally c'è stato. I mercati avrebbero potuto marciare con il freno tirato, se Draghi non avesse fatto intendere che verrà sciolto in tempi debiti persino il nodo dello status di creditore privilegiato riconosciuto per ora alla Bce. La condizionalità, la firma di un Memorandum of understanding posta come condizione imprescindibile per attivare la Bce sul secondario dei titoli di Stato - passaggio scomodo per Governi e politici - si è aggiunto a tutto quello che il mercato voleva sentirsi dire, perchè l'azzardo morale non piace a nessun creditore.
E allora, come giustificare la schizofrenia dei mercati, i quali, mentre Draghi parlava a Francoforte, vendevano come forsennati? Tutto questo ha una sua spiegazione logica: il mestiere del mercato è in fondo quello di anticipare, di portarsi un passo avanti, di comprare sulle voci attendibili per poi rivendere sulle notizie, oppure di vendere prevedendo che l'incertezza si trasformerà in ostacolo, la lentezza in rinvio. Hanno comprato a Londra prevedendo acquisti Bce immediati, hanno venduto a Francoforte quando gli acquisti non si sono concretizzati. Per questo stesso motivo, sebbene gli spread ieri siano calati, veramente tanto sulla parte a breve della curva, Italia e Spagna non sono fuori dal tunnel. Mancano troppi dettagli, sullo scudo anti-spread di Efsf/Esm e sul nuovo Smp della Bce. I mercati già ieri si domandavano come si coordineranno Efsf/Esm su primario e secondario e Bce sul secondario. I firewalls si attiveranno solo in asta? Per quali titoli, quali ammontari e per quanto tempo? Efsf/Esm sottoscriveranno i BTp a cinque e dieci anni, quelli che forse la Bce sul secondario non toccherà? E i CTz e BTp a 3 anni, in che rete cadranno? Il rally si rivelerà fragile, se queste risposte tarderanno.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
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