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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2012 alle ore 19:13.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2012 alle ore 14:59.

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Case distrutte da una delle frane: il quadro di questa mattina in Alta Val d'Isarco. (Ansa)Case distrutte da una delle frane: il quadro di questa mattina in Alta Val d'Isarco. (Ansa)

Tragedia del maltempo in Alto Adige. La scorsa notte una donna è stata travolta da una frana ad Avenes, paesino della Val di Vizze, tra le ultime vallate dell'Alto Adige prima del confine con l'Austria nella zona di Vipiteno. La vittima si trovava all'interno del suo maso. Una seconda donna è morta nella vicina località di Tulve, dove viveva da sola in un maso andato distrutto da un'altra frana.

Il violento nubifragio che ha colpito nella notte la zona dell'Alta Val d'Isarco ha causato decine di frane e smottamenti che hanno costretto alla chiusura della linea ferroviaria del Brennero e di alcune strade statali e provinciali. La strada provinciale della val di Vizze è ancora interrotta per smottamenti in vari punti. Nel pomeriggio è stata riaperta la statale del Brennero e sono state rese transitabili le strade provinciali per Mareta, Stanghe e Tulve.

Ad Avenes quattro persone in due auto e un motociclista sono rimasti intrappolati per alcune ore in una galleria, le cui uscite erano state ostruite da frane. Oltre 150 persone evacuate dalle loro case.

Con la violentissima ondata di maltempo, che tra le 18 di ieri e le 3 di questa notte si è abbattuta sull'alta val d'Isarco, sono caduti fino a 86 litri di acqua per metro quadrato, riferisce in una nota l'amministrazione provinciale, e la grandine ha peggiorato la situazione.

opo il vertice di prima mattina con il presidente Luis Durnwalder, competente per la protezione civile nella Giunta provinciale, nel primo pomeriggio l'assessore provinciale all'Agricoltura e turismo, Hans Berger, è arrivato a Vipiteno e ha effettuato un sopralluogo in val di Vizze, la zona più danneggiata. E proprio la strada per Vizze resta ancora chiusa al traffico, ma si conta di riaprirla domani. Nei lavori di sgombero sono impegnate con i loro mezzi anche numerose imprese private del comprensorio.

«Il quadro che si presenta è impressionante - ha detto Berger - e non è ancora possibile quantificare tutti i danni, ma una prima stima conferma che saranno ingenti". Il direttore della Ripartizione provinciale opere idrauliche, Rudolf Pollinger, ha sottolineato che "per ripristinare l'originale letto di molti corsi d'acqua gli operai dei bacini montani dovranno lavorare per settimane se non mesi».

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