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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2012 alle ore 16:20.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2012 alle ore 14:40.

Il governo ha chiesto il voto di fiducia sul decreto spending review nell'Aula della Camera. La fiducia, la 29esima, è stata chiesta alla ripresa dei lavori in Aula dal ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, sullo stesso testo approvato dal Senato. Idv e Lega, che hanno presentato tre emendamenti al provvedimento, hanno protestato (sono 147, invece, le proposte di modifica presentate dalla maggioranza). In base a quanto deciso dai capigruppo, domani mattina, alle 9 e trenta, inizieranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia. Nel primo pomeriggio la votazione: con il via libera della Camera il decreto sulla spending review diventerà legge.

La Lega: compressione della democrazia
Grilli, ha posto la questione di fiducia a inizio seduta, attirandosi le critiche di Lega e Idv per l'ennesima questione di fiducia. Il Carroccio parla di «compressione della democrazia», mentre l'Italia dei valori considera la fiducia chiesta dall'esecutivo «l'ennesimo bavaglio all'opposizione che voleva solo discutere di tre emendamenti».

Il sottosegretario Polillo: tagli generici per via della fretta
«La spending review - ha spiegato il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo a Tgcom 24 - é l'inizio di un processo che durerà nel tempo. Abbiamo dovuto trovare 4 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva. La fretta ci ha obbligati a non andare tanto per il sottile, e questo lo devo ammettere». «Sulla sanità - ha continuato il sottosegretario - abbiamo dovuto fare i salti mortali e negli enti locali non abbiamo potuto distinguere comportamenti virtuosi e quelli meno. Per ora abbiamo dovuto fare tagli troppo generici, ma dettati dalla necessità di trovare 4 miliardi».

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