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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 08:09.

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FRANCOFORTE - C'è un'altra Germania, che aspetta di prendere la parola? Favorevole anche agli eurobond? La Spd, il partito socialdemocratico tedesco, con un occhio al voto di settembre 2013, quando punta a tornare al governo, forse in una nuova Grande Coalizione, vuole stanarla. Ha rotto quindi un tabù consolidato, sfidando il cancelliere Angela Merkel.

La proposta del leader del partito Sigmar Gabriel, coraggiosa tenuto conto degli umori dell'opinione pubblica, è quella di un referendum per modificare la Costituzione, cedere poteri fiscali all'Unione europea e rendere possibile titoli sovrani comuni, gli eurobond. In un'intervista al Berliner Zeitung, Gabriel ha fatto proprio un rapporto redatto dai filosofi Jürgen Habermas, e Julian Nida-Rümelin e dall'economista Peter Bofinger, l'unico (ultra-)keynesiano tra i cinque saggi consulenti del governo federale.

L'idea di debiti "comuni" in Eurolandia, bilanciati da un rigido controllo comunitario delle politiche fiscali (oltre che del «peggiore tra gli universi paralleli più spettrali», i mercati finanziari) non è nuova. Per Gabriel questo è però l'unico accordo che crei quell'Unione fiscale che la Merkel ritiene necessaria, ma non trasforma in una proposta concreta. Il presidente della Spd pensa al contrario che la Germania debba fare da guida. Propone quindi un referendum che modifichi la Costituzione e renda così possibile un trasferimento dei poteri agli organismi comunitari: gli elettori dovrebbero esprimersi su una proposta, elaborata da una Convenzione, che sia dunque espressione di un'ampia intesa politica. È per questo che Gabriel ha lanciato la sua proposta, oltre che ai partiti socialisti europei, sia alla Cdu-Csu che ai suoi alleati, i verdi. Quasi a voler preparare, tra l'altro, la nuova Grande Coalizione che potrebbe essere necessaria dopo il voto di settembre 2013, per il quale non si prevede, per ora, alcun chiaro vincitore.

Le reazioni, dure, non sono tardate: non si rompe un tabù senza scatenare sarcasmi e rifiuti. Secondo il leader dei liberali della Fdp Rainer Brüderle la coalizione giallo-nera (con la Cdu-Csu) non vede l'ora di votare il «socialismo del debito di Gabriel». Il suo segretario ha parlato di «stupido spettacolo delle marionette», e ha chiesto l'intervento autorevole di Frank-Walter Steinmeier, stimato capogruppo della Spd al Bundestag.

Un rifiuto plateale è giunto dalla Cdu e dai cugini bavaresi della Csu. Il ministro delle finanze di Monaco, Marcus Söder, ha detto che «quel che propone Gabriel è assumersi d'un colpo i debiti di Greci, Spagnoli e Italiani». Un po' reticente invece il capogruppo dei due partiti al Bundestag, Volker Kauder: «Non vogliamo alcuna discussione su una riforma di questo tipo», ha detto. Il suo compito, quello di tener unite una Cdu più pragmatica e una Csu che si sta ritagliando il ruolo di "intransigente" sul tema della crisi fiscale di Eurolandia, è infatti sempre più complicato e la proposta di Gabriel minaccia di imbarazzarlo. Alla fine, favorevoli alla proposta di Gabriel sono i soli Verdi, che rivendicano quasi una primogenitura dell'idea.

Al di fuori delle schermaglie politiche, gli economisti si sono mostrati interessati. Kai Carstensen, responsabile dell'Ifo, ha detto che potrebbe aver senso valutare i pro e i contro, mentre Michael Hüther, dell'IdW, apprezza l'idea di Gabriel anche se, ha spiegato, una procedura così lunga non può dare un contributo a risolvere la crisi attuale.

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