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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 17:14.

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Ci aspetta un futuro di superatleti artificiali? Nella foto il supereroe Iron Man in una scena del film "The Avengers" (AFP Photo)Ci aspetta un futuro di superatleti artificiali? Nella foto il supereroe Iron Man in una scena del film "The Avengers" (AFP Photo)

Un controllo antidoping ha incastrato Alex Schwazer, il marciatore italiano che in una drammatica conferenza stampa ha confessato di essersi praticato iniezioni di EPO (eritropoietina), una sostanza che aumenta l'ossigenazione del sangue consentendo agli atleti di ottenere risultati migliori. Nella sua confessione Schwazer ha spiegato che gli è stato sufficiente documentarsi su Internet e fare un viaggio all'estero per doparsi. Il futuro potrebbe essere ancora più inquietante. Molti pronosticano l'imminente avvento del doping genetico, una pratica con cui i corpi degli atleti potrebbero essere indotti a produrre loro stessi le sostanze dopanti, cosa che sarebbe molto più difficile da individuare a un controllo antidoping.

Cos'è il doping genetico?
È una derivazione della terapia genica. Si tratta cioè di introdurre nelle cellule del corpo dei geni differenti da quelli presenti in origine, per modificarne il funzionamento e ottenere il risultato desiderato. Se in medicina la terapia genica viene usata per compensare l'assenza di qualche gene importante per la salute, nel doping genetico si tratterebbe di stimolare la produzione di sostanze utili alla performance atletica. L'inserimento dei geni va effettuato solo nelle cellule in cui si vuole ottenere l'effetto, e si ottiene tramite iniezioni o pratiche più sofisticate, come l'utilizzo di virus modificati che vanno a inserire il loro patrimonio genetico nelle cellule.

Funziona?
Per il momento si tratta di una pratica solo ipotetica. Anche per scopi medici la terapia genica viene utilizzata solo in casi gravi, dato che alterare il patrimonio genetico può provocare l'insorgere di cancro e altre conseguenze molto negative.
Non sempre gli esperimenti danno i risultati sperati. Per esempio, un esperimento condotto dall'Università della Pennsylvania per indurre dei macachi a produrre EPO riuscì nell'intento, ma le povere scimmie subirono anche un tale addensamento del sangue da rendere necessari periodici salassi per farle sopravvivere. Le applicazioni sugli umani non sembrano quindi ancora a portata di mano.

Cosa si può ottenere?
Abbiamo già detto che favorendo la produzione di EPO si potrebbe fornire agli atleti una migliore ossigenazione del sangue. Altri sostanze al cui controllo si potrebbe puntare sono: la miostatina, una proteina che inibisce la crescita dei muscoli, e la cui diminuzione potrebbe aiutare la formazione di masse muscolari sopra la media; l'IGF-1, che permetterebbe di favorire la crescita dei muscoli in modo localizzato, potenziando solo quelli che servono; o l'ACE, presente negli sherpa himalayani e conferisce loro la nota resistenza agli sforzi. Atleti in grado di produrre queste sostanze all'interno dei loro corpi diventerebbero dei veri e propri superuomini.

E perché no?
Alcuni sostengono che il doping genetico non dovrebbe essere vietato. In fondo, dicono costoro, nello sport ha sempre vinto chi possiede i geni migliori. Permettere a tutti di migliorare i propri geni costituirebbe una sorta di democratizzazione dello sport, dando a tutti la possibilità di accedere a prestazioni una volta riservate a pochi. Qualcosa di simile alle discusse protesi che permettono a un atleta handicappato come Oscar Pistorius di gareggiare e vincere contro gli atleti “normali”.
Gli avversari ribattono che le terapie geniche sono troppo rischiose e metterebbero in pericolo la salute degli atleti. Inoltre, anche se i rischi fossero eliminati, ci sarebbe uno squilibrio a favore di chi può accedere alle terapie più moderne ed efficaci. Per non parlare del fatto che gli sport verrebbero snaturati se diventassero comuni prestazioni superumane, un po' come se improvvisamente tutti si mettessero a correre la maratona in motorino invece che a piedi.

Vietato toccare i geni
Per il momento vincono i proibizionisti: la WADA (Agenzia Mondiale Anti-Doping) ha già vietato l'uso di qualunque pratica genica non terapeutica, e sta sviluppando metodi per individuare gli effetti del doping genetico, anche se rimane difficile distinguere i suoi effetti da quelli di una mutazione “naturale” presente in atleti eccezionali. Per esempio, lo sciatore fondista Eero Mäntyranta possiede naturalmente un livello di globuli rossi anormalmente alto, come quello che si potrebbe ottenere tramite il doping. Solo il futuro dirà se questa proibizione terrà, o se prevenire il doping genetico si dimostrerà impossibile.

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